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Fanghi da dragaggio al largo di Punta Aderci? “E' un'opzione da contrastare”

Augusto De Sanctis (Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua) fa riferimento ai lavori al porto di Punta Penna

redazione
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Un'opzione da contrastare quella del possibile rilascio in mare, al largo della costa della riserva naturale di Punta Aderci, dei fanghi che saranno ricavati dai lavori di dragaggio da compiere all'interno del vicino bacino portuale di Punta Penna.

Ad intervenire in tal senso è Augusto De Sanctis, referente del Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua, sulla base del progetto appena presentato per la Verifica di Assoggettabilità alla necessaria Valutazione Integrata Ambientale.

“Si possono presentare osservazioni entro l'8 luglio alla Regione Abruzzo”, dice De Sanctis. Nello specifico – sottolinea – c'è tra le possibilità “lo scarico a mare di decine di migliaia di metri cubi di sedimenti, in larga parte fango (la frazione di sabbia è molto limitata nei campioni) in un sito di immersione proprio di fronte alla spiaggia di Punta Aderci, appena oltre le 3 miglia (la distanza è un fattore importante per i costi; ovviamente si cercano aree vicine). Il volume complessivo – precisa - è di 33.500 mc di sedimenti. A parte che lo scarico a mare di migliaia di tonnellate di materiali non è il massimo e andrebbe considerato come l'ultima opzione, ma farlo proprio di fronte ad una delle più belle spiagge d'Abruzzo, riserva naturale e sito di interesse comunitario, non mi pare proprio una scelta lungimirante.

Ricordo – aggiunge - che il materiale gettato in acqua può viaggiare in sospensione per decine di chilometri a seconda dello stato del mare (correnti; moto ondoso; stratigrafia). Il sito di immersione lo hanno usato anche nel passato, ma le condizioni possono mutare e quello che pare non aver comportato grosse criticità nel 2007 potrebbe rivelarsi un problema”.

Non mancano ulteriori rilievi: “Una parte imprecisata di sedimenti andrà per un ripascimento (con immersione davanti alle spiagge) a Casalbordino. Anche questo – rimarca - è un forte limite del progetto (non l'uso in sé, ma che non ci siano informazioni adeguate sulle quantità in gioco). Avendo i dati granulometrici e di qualità già disponibili per l'area di dragaggio mi pare strano che non sia stata fatta un'adeguata valutazione delle quantità in gioco tra immersione in mare e uso per ripascimento. A Casalbordino vanno 1.000, 5.000, 20.000 mc? Si rimanda, invece, ad una successiva analisi sulla compatibiità del materiale con le spiagge considerate a Casalbordino. Ma la procedura ambientale che cosa ci sta a fare? Sei tu – conclude De Sanctis - che mi devi dire già adesso se è compatibile o meno con la spiaggia di Casalbordino il materiale che prelevi al porto...”.

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