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L’emozionante poesia dell’Abruzzese fuori sede sulla sentenza choc sul terremoto dell’Aquila

L’Abruzzo ferito per la seconda volta

Redazione
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Gli abruzzesi sono feriti per la seconda volta con la sentenza choc firmata dal giudice Monica Croci del Tribunale civile dell’Aquila. Fu «una condotta incauta trattenersi a dormire» e, quindi, c'è «un concorso di colpa» per alcune delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009, morte nel crollo dell’edificio di via Campo di Fossa all’Aquila. L’abruzzese fuori sede nella sua pagina Facebook ha scritto un’emozionante poesia dedicata proprio a quelle vittime, a quegli innocenti morti nel sonno.

"Ci facciamo un'altra tazza,

qui dall'alto, senza fretta, 

vai a vedè se stengo in piazza,

se fa freddo, 'na sciarpetta.

Mi dicevi stai tranquillo,

ma ti pare, buonanotte! 

Ubriacati, stai brillo,

passerà pure 'sta notte.

E rientrammo zitti zitti,

fra i saluti della gente;

sconsolati, mai sconfitti,

un buon sonno da innocente.

Gli occhi aperti sopra il nero,

il silenzio innaturale.

Mo chi sono? Mo chi ero?

Vabbò dai, sarà normale. 

Non pensavo che da qui,

arrivassero le voci;

non sapevo che così,

comparissero le croci. 

Certo il chiodo non mi tange,

tanto qua nulla succede;

giù qualcuno forse piange,

muore ancora, chi lo vede…

Mi discolpa il tuo sorriso,

che t’immagino soltanto; 

fra le crepe del tuo viso,

un ricordo vale tanto. 

Ma la fine è sempre pace,

volo altrove sopra il niente,

non ascolto, tutto tace,

un buon sonno da innocente.”

 

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