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I tanti volti delle violenze contro le donne, le testimonianze di Annalisa Giuliani e Nino Fezza

All’Istituto Agrario di Scerni si è tenuto l’incontro in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione delle violenze contro le donne”

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“La scuola può essere uno spazio privilegiato per costruire una cultura fondata sul rispetto, l'uguaglianza, i diritti e la dignità”, così Annalisa Giuliani ha annunciato su facebook l’incontro tenutosi oggi presso l’Istituto Agrario di Scerni che ha ringraziato “per l’impegno e la sensibilità”. “Ogni giornata spesa con i ragazzi è una giornata spesa bene” ha sottolineato sempre su facebook nelle scorse ore Nino Fezza. L’importanza del massimo luogo educativo, la necessità e l’importanza di dialogare e trasmettere valori civili e umani alle nuove generazioni è stata la comune riflessione di entrambi. Preludio di una mattinata intensa e vibrante, premesse ampiamente realizzate nell’incontro tenutosi presso l’Istituto Agrario “Cosimo Ridolfi” di Scerni in occasione della “Giornata Internazionale per l’eliminazione delle violenze contro le donne”.

Il giornalista e la docente, con il coordinamento dei lavori da parte della professoressa Daniela Valentinetti (docente della scuola) e la partecipazione del preside Camillo D’Intino, sono stati protagonisti della mattinata condividendo con le alunne e gli alunni forti riflessioni e testimonianze. Annalisa Giuliani è autrice del libro “Contrappunto a quattro voci”, pubblicato quest’anno, per denunciare e raccontare la drammatica realtà delle violenze contro le donne. Un libro presentato nei giorni scorsi sempre a Scerni in un evento organizzato dall’Azione Cattolica, il 26 novembre a Guardiagrele, il 27 ad Atessa e il 28 a Tornareccio. Sebastiano Nino Fezza, storico giornalista al fronte da decenni, ha documentato e denunciato quanto accade nei tanti sud del mondo, nei luoghi dove la violenza della guerra è disumana protagonista. In guerra le donne sono vittime tra le vittime, lo stupro è tra i crimini più diffusi.

Le testimonianze e il racconto di Giuliani e Fezza si sono così intrecciate animando l’evento tenutosi nella scuola. Una mattinata in cui è stata raccontata l’origine di questa giornata e quanto troppo spesso accade accanto a noi ogni giorno. Violenze fisiche ma non solo, tanti sono i volti di questo male sociale: psicologico, economico, lo stalking, sessuali. Fezza ha raccontato le vicende di due donne, sfigurate con acidi, che “in una società così maschilista, così fortemente retrograda nei confronti delle donne, hanno avuto il coraggio di mettere in piedi un’associazione che si chiama Stop Acid Attack”. “Una delle violenze più drammatiche e più brutali” ha sottolineato Nino Fezza, che coinvolge oltre 200 milioni di donne (soprattutto ragazze e bambine a partire dai 6 anni), è quella delle mutilazioni genitali femminili. Le infibulazioni avvengono quasi sempre con lamette e altri mezzi artigianali, senza nessuna tutela igienica e sanitaria. Una pratica barbara per costringere le ragazze ad arrivare vergini al matrimonio, la prassi sarebbe (quando le infezioni non portano alla morte) quella di eliminare la “cucitura” dei genitali  dopo il matrimonio. Nel lungo viaggio di Fezza non poteva mancare una testimonianza sulle ragazze giovanissime che le famiglie poverissime letteralmente vendono per matrimonio, i “matrimoni forzati”, sulle violenze nei campi dove approdano migliaia e migliaia di profughi e nei conflitti che ha documentato nei decenni. “Nascere donne in alcune parti del mondo è una maledizione” ha ricordato Fezza agli alunni raccontando come in Stati come l’Afghanistan le bambine vengono travestite da maschi per essere inviati al lavoro.   

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