Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Necessaria la salvaguardia del nome “Belvedere Romani”

Pro Loco “Città del Vasto”, Italia Nostra del Vastese a Associazione Porta Nuova scriveranno a Sindaco e Prefetto per chiedere chiarezza

Condividi su:

C’è il desiderio di chiarezza sulla questione del Belvedere Romani e tre associazioni hanno voluto riunirsi in conferenza stampa il 19.8. 21, presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso, con la presenza di Mercurio Saraceni, Presidente Pro Loco “Città del Vasto”, Michele Celenza, Presidente Associazione Civica Porta Nuova di Vasto e Luigi Murolo, già docente di Filosofia e storia nei Licei, per spiegare quello che è successo il 7 agosto. In tale data il Belvedere Romani è stato intitolato a Silvio Petroro. Senza nulla togliere alla memoria del compianto Silvio Petroro, si chiede la salvaguardia del Belvedere Romani, per sottolineare l’importanza della toponomastica storica e il valore di Francesco Romani (1785-1852), grandissimo filantropo del XIX secolo, medico di risonanza internazionale, promotore delle cure omeopatiche nel Regno delle Due Sicilie, il più antico scrittore in dialetto vastese.

E’ stato ricordato che nell’ambito della toponomastica è ancora valida la legge n. 1188/1927 che recita: «L’intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, la variazione di quelle già esistenti, nonché l’approvazione di targhe e monumenti commemorativi a persone decedute da oltre dieci anni, può avvenire solo dietro autorizzazione del Prefetto».

Si è precisato inoltre che la Giunta Comunale di Vasto ha approvato la delibera 138 dell’8 luglio 2020, sulla base della Legge n. 1188/1927 seguita da Circolare Ministeriale Ministero degli Interni n. 10/1991, recante il titolo: «Toponomastica – intitolazione di n. 18 aree di circolazione, di n. 7 ville e un parco pubblici, dello stadio del nuoto comunale, di un campo sportivo da calcio, di una pista ciclopedonale e di un’arena comunale – Determinazioni». La delibera viene approvata con decreto prefettizio n. 60195, 6 agosto 2020. Al punto XIV della delibera di giunta si legge quanto segue: «Parco pubblico non denominato innestato nell’area residenziale comunemente denominata Belvedere Romani confinante con via Peschiera, Largo Belvedere Romani e via Curtatone». In questo modo il cosiddetto Parco pubblico non denominato con la nuova denominazione assume il titolo di Belvedere Silvio Petroro, ed è stato inaugurato un anno dopo la delibera, il 7 agosto 2021.

Questi sono gli elementi considerati per un’ampia discussione di quello che viene posto come un tema morale, non amministrativo, né politico. Hanno evidenziato che la Toponomastica di un luogo riflette la memoria storica della città e la memoria storica della persona. Per cambiare il nome del Belvedere Romani va annullata la delibera del 1872, per una chiarezza amministrativa che dicono, non è affatto irrilevante.

Nella delibera in questione, il Parco non denominato risulta confinante a sud con il Largo Belvedere Romani. Ma non si capisce la differenza tra il primo e il secondo. Sembrerebbe così che il Largo Belvedere Romani continuerebbe a sussistere, anche se il manifesto comunale di inaugurazione pone il luogo in via Francesco Crispi, sul cui limite peraltro è stata posta la nuova targa toponomastica. Tutti questi elementi indicano confusione e poca chiarezza. Non sono chiari i confini del Parco non denominato e quali quelli del Largo Belvedere Romani. Si ritiene necessario chiarire le localizzazioni precise e le loro denominazioni.

Il segno della nuova intitolazione è posto sul limitare di via Francesco Crispi, ma allora dove si dovrebbe trovare, per la Giunta, il Largo Belvedere Romani di cui fa menzione nella delibera? Coinciderebbe forse con l’attuale largo della Rotonda di Porta Nuova chiamato via Crispi?

Si specifica che difficoltà non esistono per via Peschiera (est) e via Curtatone (ovest). Ma per Largo Belvedere Romani, sì. Perché solo delimitando quest’ultimo (che risulta essere un blocco unico stando alla mappa catastale del 1870), si può ricavare per sottrazione qual è l'area residenziale comunemente denominata "Belvedere Romani." Qual è la differenza tra «l’area residenziale comunemente denominata Belvedere Romani» e il Largo Belvedere Romani con cui confinerebbe?

La delibera approvata comporta delle dichiarazioni che devono essere topograficamente precisate considerando che una delibera di questo genere non può non essere esibita senza una qualche consistenza topografica.

Si richiede all’Amministrazione di dare conto alla città dei confini da essa stessa denominati e approvati perché le eventuali targhe possono essere apposte solo se si sa di quale luogo si parla. Sarebbe necessario inoltre procedere in qualche piccola notazione storica.

A Vasto esiste un Archivio Storico Comunale, attualmente chiuso, che conserva tutte le delibere dal 1559 fino al 1961.Esiste inoltre un libro senza autore pubblicato nel 2015 dall’Amministrazione Comunale con l’elenco delle delibere comunali dal 1869 al 1961 che a pag. 44 parla della delibera n.139 del 28 ottobre 1872 con cui si rinnova la denominazione toponomastica urbana postunitaria dopo la presa di Roma del 20 settembre 1870. Al punto 114 non modificava la precedente denominazione Belvedere Romani (già attuata nel 1854, essendo Francesco Romani morto nel 1852).

“Insomma”, dicono gli storici “senza indicazioni precise si corre il rischio di eliminare un’indicazione toponomastica ufficiale vecchia al 2020 di ben 166 anni. Si tratta, in effetti, di eliminazione, perché insieme con la targa del nuovo intestatario non esiste alcuna indicazione del precedente come risulta dalla delibera del 2020. Insomma, pur parlando di coesistenza di un Largo Belvedere Romani con il Parco più volte citato, la Giunta non ha dato attuazione alla delibera da essa stessa approvata.

Il prof. Murolo ha spiegato che, come avviene già in molte città, sarebbe necessario apporre nelle targhe delle strade una breve didascalia, arricchendo la toponomastica dell’antica denominazione o la data di nascita e morte del personaggio che viene scelto come nome di una strada, specificando il suo lavoro, il suo operato, per ricordarne l’importanza. Potrebbe essere una buona idea quella, inoltre, di istituire una commissione di storici ed esperti per la toponomastica comunale.

Le associazioni: Pro Loco “Città del Vasto”, Italia Nostra del Vastese,                                                                                          Associazione Civica “Porta Nuova” di Vasto hanno deciso di: 

  1. inviare al Prefetto la delibera del 28 ottobre 1872 e copia della parte di mappa catastale del 1870 il cui originale la segreteria di S. E. potrà trovare, per verifica, presso l’Archivio di Stato di Chieti. Ciò per consentire l’annullamento dell’autorizzazione concessa al solo punto 14 della delibera di giunta 8 luglio 2020 Si evita così di procedere a una doppia nominazione;
  2. inviare all’Amministrazione Comunale in carica i predetti documenti per procedere alla revoca della delibera del 28 ottobre 1872 in carica per attuare, con le necessarie motivazioni, la sostituzione toponomastica;
  3. In questo modo, la Giunta Comunale di Vasto potrà raggiungere con tranquillità l’annullamento di 166 anni di storia e di aprire la via maestra al nuovo che avanza.

Sono pronti anche a fare una petizione con una raccolta firma per arrivare ad una maggiore chiarezza della questione, nel frattempo organizzeranno una conferenza per approfondire la vita di Francesco Romani per farne cogliere la rilevanza nella storia della nostra città.

 

 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook