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Sesso e disabilità: un tabù che non può più essere ignorato

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La sfera sessuale è parte essenziale della vita ma spesso è difficile percepire questo aspetto in relazione alle persone con disabilità, che sviluppano il bisogno sessuale. Meno semplice è rieducare la famiglia, la scuola e la società a riconoscere a queste persone uno dei diritti più elementari.

Il riconoscimento di sessualità degli individui disabili è tutt'oggi colmo di tabù, individuabili in tre ambiti:

  • è un tabù sociale: molte persone considerano gli individui disabili asessuati, credendo che delle limitazioni motorie o neurologiche implichino delle limitazioni sentimentali e sessuali;
  • è un tabù familiare: spesso i familiari vedono il proprio figlio come un eterno bambino a causa dell’assenza di totale autonomia, e non si preoccupano di soddisfare il bisogno erotico;
  • è un tabù per l'individuo stesso: non essendo educato a provare certi sentimenti, li rinnega o non li riconosce.

Nuove figure professionali, gli OEAS

Solo di recente sono stati avviati una serie di progetti che coinvolgono un operatore, assistente o volontario al fine di far entrare in contatto l'individuo con quelle che sono le sue necessità affettive, emotive ed erotiche. Queste figure professionali sono gli OEAS, Operatore all'Emotività, all’Affettività e alla Sessualità, i quali hanno il compito di supportare e assistere le persone diversamente abili nel vivere la loro intimità e le loro emozioni sessuali.

Tuttavia, questa figura è vista ancora con scetticismo perché non la si conosce bene. È un'esperienza che mira a rendere il disabile in grado di esplorare il corpo, il sesso e le emozioni con serenità. L'associazione LoveGiver è stata la prima in Italia a creare un tirocinio per la formazione degli OEAS.

Sebbene non tutti i casi siano uguali, generalmente gli operatori dividono le loro sedute in tre fasi; la prima consiste nell'accompagnare l'assistito verso l'erotismo, attraverso la visione di video e foto, e abituandolo al contatto fisico come lo è una carezza; la seconda fase mira a far emergere gli interessi sessuali del paziente, attraverso la scoperta di ciò che per lui è più stimolante e, infine, nell'ultima fase, gli si insegna a praticare l'autoerotismo attraverso l'uso dei sex toys.

I sex toys e la disabilità

Capita spesso che, quando le persone diversamente abili provano a procurarsi piacere, finiscono col farsi male. Ma negli ultimi anni, i sex toys stanno entrando a fare parte dei percorsi di terapia delle disfunzioni sessuali e, inoltre, la loro modalità di progettazione sta cambiando, apportando più facilità di utilizzo alla persona disabile.

L’utilità dei sex toys ha una duplice funzione: accresce il piacere sessuale e compensa qualche difficoltà. In commercio esiste una moltitudine di toys adatti a soddisfare qualsiasi tipo di gusto e preferenza e la scelta è molto importante perché il suo utilizzo dipende da persona a persona (maggiori informazioni su www.fantasiepiccanti.it).

In primo luogo, va valutata la capacità motoria della persona a raggiungere i genitali e a tenere il toy in mano fino alla fine dell'atto sessuale. Esistono vari tipi di toys che si adattano alle esigenze della persona: ad esempio, se non si ha la capacità di tenere il sex toy in mano per un tempo prolungato, si può sceglierne uno più leggero oppure un vibratore che si controlla a distanza con un telecomandino; oppure un piccolo vibratore da appoggiare sul clitoride o un sex toy che si avvolge intorno al pene nel caso in cui si abbiano problemi a mantenere l'erezione.

In secondo luogo, è importante la sicurezza del sex toys, leggendo attentamente la composizione dei materiali e affidandosi a dei rivenditori sicuri.
Inoltre, un’attenzione particolare va dedicata alla scelta di sex toys facili da pulire, per evitare l’imbarazzo di dover chiedere aiuto a qualcuno. Il consiglio è quello di usare un preservativo o un detergente spray per agevolare la pulizia.

Corpo disabile e la de-sessualizzazione

Il problema di fondo è che al disabile non viene riconosciuta la capacità di provare e far provare piacere. I disabili hanno bisogno di rompere la loro condizione di isolamento ed essere autonomi, anche se non possono camminare, lavarsi o cucinare da soli, instaurando legami affettivi.

Tuttavia, per aiutarli a migliorare i loro legami sociali, bisogna aumentare la loro autostima, fargli capire che sono capaci di stare soli, ed è in questa operazione che gli OEAS e i sex toys aiutano.
Questi educatori aiutano il soggetto disabile ad interagire meglio, ad avere un approccio sessuale con il partner e, soprattutto, a fargli capire che è possibile trovarne uno

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