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Piano spiaggia, ritardi e nuovi problemi nella zona delle dune a Vasto Marina

Operatori del settore e associazioni di categoria tornano a sollecitare uno strumento efficace

a cura della redazione
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Definizione del Piano Spiaggia ed indicazione chiara di regole e discipline in un settore fondamentale dell’economia cittadina.

Tornano a sollecitarle operatori del comparto balneare e responsabili delle associazioni di categoria, anche alla luce di un’ultima operazione di sequestro operata, nella zona del litorale a sud di Vasto Marina, su iniziativa della Guardia Costiera. Nella zona della spiaggia prospiciente l’ambiente dunale di località San Tommaso, in particolare, sono diverse i lidi, di carattere stagionale, che posizionano sull’arenile strutture in legno, gazebo, pali dell’illuminazione, servizi igienici ed anche campi da calcio e beach volley. Alcune strutture sono state rimosse alla fine dell’estate, altre sono rimaste sul litorale, determinando ordinanze di sgombero e ripristino dello stato dei luoghi. I provvedimenti, emessi dal Comune, fanno riferimento ad alcune segnalazioni arrivate a seguito di sopralluoghi compiuti dai militari dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Punta Penna che hanno pure denunciato sette operatori per occupazione demaniale abusiva.

La rimozione delle opere realizzate è essenziale al fine di evitare danni ed interferenze al sistema dunale”, sottolineano in municipio per una zona dove è di fatto consentito installare esclusivamente ombrelloni, sedie a sdraio e lettini, a differenza della parte nord dove da anni invece insistono strutture in cemento, chioschi e bar. Torna dunque in auge la necessità di addivenire alla concretizzazione del piano spiaggia, strumento di programmazione per la pianificazione soprattutto della zona a sud della riviera.

“Gli operatori chiedono risposte certe – rimarca Simone Lembo, consigliere comunale di maggioranza ma anche responsabile della sezione ‘AssoTurismo’ della Confesercenti –. La priorità è di poter garantire servizi minimi al turismo senza compromettere un ambiente delicato e prezioso, non a caso sottoposto a tutela per essere ricompreso nell’area Sic (sito di interesse comunitario). L’economia, anche in quella zona, va stimolata. Questo non significa distruggere o manomettere, ma vanno indicati e programmati interventi compatibili con il rispetto dell’area dunale e dell’ambiente circostante. Come associazione di categoria abbiamo presentato delle osservazioni: chiediamo accessi e strutture leggere da rimuovere a fine stagione”, conclude Lembo sottolineando lo stallo in questa questione amministrativa per responsabilità in ordine sia al Comune che alla Regione.

Ed è proprio sulla Regione, invece, che l’ente locale punta l’indice, evidenziando norme sovrappostesi negli anni e valutazioni ambientali per le quali occorrono numerosi passaggi e tempo. Situazione, al contrario, giudicata negativamente dalle minoranze consiliari che parlando di “strumento rimasto chiuso in un cassetto del Comune per troppo tempo”.

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