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La ricreazione è finita. Buon duemilaquattordici di nuove sfide

Auspici, speranze, sogni e coraggio, per il nuovo anno che sta arrivando

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Come fossimo ai piedi di una montagna sulla cui vetta c’è quel che più desideriamo al mondo. Con lo stesso entusiasmo, con la stessa adrenalina, con identici desiderio e coraggio, dobbiamo affrontare l’anno che sta arrivando. Non un passo indietro. Semmai due in avanti. Se queste sono le parole d’ordine nella vita quotidiana di ognuno di noi, nessuno può avere timore di sfidare una crisi economica come questa, un periodo storico come quello che stiamo vivendo in Italia.

Il termine “rassegnazione” non deve esistere nel nostro vocabolario, pena la perdita della battaglia che, come tante che la vita ci pone di fronte, dobbiamo avere il coraggio di combattere senza mai gettare la spugna; senza mai nemmeno pensare di mollare sul più bello. Ci sarà anche la crisi economica, la mancanza di liquidità, qualche – più di qualche – difficoltà, ma non ci manca un Paese straordinario quale l’Italia, con tradizioni e cultura. Che sono, in una Nazione, le radici profonde che non gelano mai. Abbiamo tutti contro, Europa compresa. Ma dalla nostra parte, noi stessi: un Popolo che quando ha voluto, ha dimostrato di essere più coraggioso di molti, più tenace di tutti, più straordinario di altri. Una Nazione capace di mettersi in discussione, di costruirne una unita, con i suoi fiori più belli.

Non è lasciandosi andare, aspettando sulla riva del fiume che passi la scialuppa sulla quale saltare, che troveremo un posto al sole. Ma solo combattendo una battaglia, quella della nostra vita e della vita del nostro Stivale, da nord a sud, da est a ovest, che faremo di questo Paese una potenza senza pari. Ed anche senza precedenti. Come i ventenni che hanno unito l’Italia, così noi dobbiamo unire un Popolo nella guerra contro chi vuole che l’Italia affondi. Con battaglie quotidiane, con le armi dell’intelligenza, della capacità, della perseveranza. Guai a chi aspetta, guai a chi delega gli altri!

Ognuno di noi deve fare la sua parte. Come le formiche. Solo così costruiremo l’Italia non del domani, ma dell’oggi. Perché non c’è più tempo da perdere. La ricreazione è finita. Ci siamo riposati fin troppo. Prepariamoci. Buon duemilaquattordici di nuove sfide.
 

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