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Un'altra settimana di 'passione' per gli ex Golden Lady

Dal 15 luglio i dipendenti Silda non potranno usufruire della mobilità

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Quella iniziata ieri è una settimana d’incertezza e tensione per i lavoratori della Silda Invest. Lunedì prossimo, il 15 luglio, passerà un anno dall’assunzione e i circa 160 operai non potranno più usufruire della mobilità in caso di licenziamento.

Dal presidio di sabato scorso è uscito ben poco di concreto. I sindacati parlano di un incontro al ministero dello Sviluppo economico per l’11 o il 12, ma per ora non c’è nessuna convocazione ufficiale. Anche la Regione Abruzzo e Assoindustria hanno chiesto un incontro urgente allo stesso ministero. Questo pare stia aspettando la «posizione dell’azienda». Sul tavolo c’è ancora la questione irrisolta di un nuovo piano industriale che assicuri un futuro ai dipendenti che attualmente lavorano rinunciando allo stipendio.

Il presidio è stato preceduto da un incontro tra i sindacati – Giuseppe Rucci (Cgil), Franco Zerra (Cisl) e Arnaldo Schioppa (Uil) (oltre ai delegati dello stabilimento) – e l’azienda. Le criticità sono sempre lì. Pare che la società abbia 7 punti che chiamano in causa la Regione per dei presunti accordi non rispettati, ma questi non sono stati resi noti.

Il presidio davanti allo stabilimento in Val Sinello dopo più di un anno ha visto la partecipazione dei lavoratori (o ex) di entrambe le aziende coinvolte nella riconversione e la presenza di alcuni rappresentanti istituzionali. Nicola Argirò (presidente della Commissione Sviluppo economico della Regione) ed Enrico Di Giuseppantonio (presidente della Provincia) hanno dovuto fronteggiare gli animi esasperati e preoccupati di chi è stato illuso da un ritorno alla normalità che non c’è stato. Ed è proprio questo l’aspetto peggiore. Lo fanno capire gli stessi operai. Un anno fa è stata data loro l’illusione di tornare a un lavoro sicuro. Quasi tutti hanno rinunciato alla – misera – liquidazione della Golden Lady. 10.800 euro che, per chi vi è andato, sono finite nelle casse della Silda come contributo all’inizio dell’attività. C’è chi si pente amaramente della scelta e afferma che con quella somma se ne sarebbe magari andato all’estero per rifarsi una vita.

Al centro della questione resta anche l’incredibile situazione della New Trade. Da quando si è insediata nell’ottobre 2012 è successo di tutto: sequestro della Forestale per mancato versamento di alcune fidejussioni, licenziamenti dopo poche settimane, cancelli chiusi al ritorno dalle ferie natalizie, sciopero a oltranza dei pochi dipendenti rimasti, stipendi pagati con grande ritardo, assunzione di tre nuovi lavoratori non presi dall’elenco degli ex-Golden. Oggi occupa 7 persone sulle 115 stabilite dagli impegni presi un anno fa.

Parlare con la proprietà è impossibile per tutti (sindacati e istituzioni). Sabato, inoltre, è emerso che anche Argirò e Di Giuseppantonio prima della riconversione nutrissero alcuni dubbi sull’azienda pratese. Nonostante questo, la New Trade è ancora lì e non sembrano ci siano i presupposti per rescindere un accordo diventato carta straccia da tempo.

D’altronde, tale accordo è tra due privati (New Trade e Golden Lady) e il sospetto è che quest’ultima (che ha concesso il capannone in comodato d’uso gratuito per 7 anni pagando anche le utenze) abbia una sorta d’interesse morale a lasciare la situazione così com’è. Solo in questo modo può continuare a coltivare l’illusione di non aver lasciato i propri ex-dipendenti in mezzo a una strada.

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