Da una parte il ricorso in appello contro la sentenza di condanna di primo grado, dall’altra quello avverso il provvedimento di confisca della cosiddetta ‘villa della droga’ in via dei Bontempi, in località Incoronata a Vasto. Era stata fissata al 22 marzo l’udienza davanti alla Corte d’Appello dell'Aquila per la vicenda giudiziaria che vede coinvolti i coniugi Carmine Bevilacqua, 34 anni, e Lucia Sauchella, 36, condannati in primo grado - il 7 luglio scorso dal Tribunale di Vasto - ad una pena di 8 anni per l’uomo e di 6 anni per la donna, con le accuse di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Ma poi, per lo sciopero degli avvocati, l'udienza è slittata ed è slittata ad oggi. La coppia fu arrestata dai Carabinieri. In parallelo c’è anche la questione riguardante la villa all’Incoronata della coppia, sottoposta dapprima a sequestro preventivo e poi a provvedimento di confisca, sulla base delle indagini ed approfondimenti compiuti dagli uomini della locale Compagnia della Guardia di Finanza. Appena qualche giorno fa le stesse Fiamme Gialle vastesi avevano evidenziato il possibile utilizzo con finalità sociali dell’immobile in questione, il cui valore economico è stimato in 1,2 milioni di euro. In ballo, dunque, sia il ricorso contro la condanna in primo grado che avverso al provvedimento di confisca della lussuosa villa. A rappresentare Bevilacqua e Sauchella saranno in aula gli avvocati Giovanni Cerella e Gaetano Pecorella, quest’ultimo anche parlamentare del Popolo della Libertà e noto per essere uno dei difensori dell’ex premier e leader del Pdl Silvio Berlusconi. La tesi difensiva, relativamente al contrasto alla confisca, è finalizzata a dimostrare che l’immobile non è provento dell’attività di spaccio ma che è frutto di una donazione dei genitori di Lucia Sauchella ai figli della coppia.