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INCONTRO DELL'ARCIVESCOVO FORTE CON LA CONFRATERNITA DELLA SACRA SPINA E DEL GONFALONE TRA SOLIDARIETà, AGGREGAZIONE E CAMMINO DI PREGHIERA

Nella sede sociale a Santa Maria Maggiore

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"La vostra sia una scelta di fede per riscoprire Gesù". E' questo uno dei passaggi più significativi dell’incontro tra l'arcivescovo della diocesi Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, e la Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone svoltosi nel pomeriggio di venerdì 18 nella sede sociale in occasione della visita pastorale del presule nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Vasto. E' stata un'occasione fortemente voluta dal priore Nino D'Annunzio per riaffermare la fedeltà al pastore della diocesi della Confraternita, ricostituitasi in occasione del Giubileo del 2000 e che ora conta 111 iscritti. Rinascita che ha permesso di far conoscere la storia e la devozione della Sacra Spina della Corona di Cristo in Italia e nel 2008 nel viaggio in Australia permettendo la formazione cristiana dei suoi associati. Presenza viva nella parrocchia, affidata a don Andrea Sciascia, con incontri regolari formativi mensili e la presenza nel corso delle più importanti funzioni religiose. L'arcivescovo, nel suo colloquio con i numerosi confratelli presenti, ha ribadito la sua grande attenzione per le confraternite e per il loro valore ecclesiologico tanto che dal suo arrivo in diocesi ha invitato tutte quelle esistenti a codificare con gli statuti la presenza effettiva nella vita della chiesa diocesana. Monsignor Forte ha consegnato tre compiti alla Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone. In primo luogo partecipare alla vita ecclesiale con intensità per una rinnovata scelta di fede per riscoprire Gesù nella sua pienezza attraverso un cammino di preghiera. Secondo aspetto la finalità ecclesiale di un'adesione in una dinamica di solidarietà con gli altri "prendendo coscienza comunitaria di corresponsabilità anche attivando una rete comunicativa per uscire dall'individualismo". Infine prendere coscienza della dimensione del servizio per lodare e amare Dio. Quindi una dimensione profetica, liturgica e caritativa a cui i confratelli dovranno puntare per crescere nella parola di Dio. Un invito, infine, a essere attenti nei confronti della solitudine "sapendo creare luoghi di aggregazione non solo a disposizione degli anziani ma anche per aiutare i giovani ad aspirare alla bellezza di Dio".
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