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Teatro sociale in carcere a Vasto: protagonista chi ha difficoltà diverse

Le attività proposte dall'associazione onlus 'Vita Felice'

redazione
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La Casa Lavoro ospitata nella casa circondariale di Vasto alla stregua di grande teatro.

Con la particolarità che gli attori non sono coloro che devono saldare il loro conto con la giustizia, ma un gruppo di persone con difficoltà diverse e che partecipa da protagonista alle attività di “Vita Felice”. Si tratta di un’associazione onlus che si occupa da tempo di volontariato per le categorie deboli, presieduta da don Silvio Santovito, parroco della chiesa Ss. Salvatore di Casalbordino, in collaborazione con Missio Ragazzi che ha realizzato il laboratorio teatrale “Eccomi Signor”.

Nella struttura di Torre Sinello è stato messo in scena il testo “Mon petit ami” che è stato molto apprezzato perché ha permesso di condividere con i carcerati un messaggio: la difficoltà non deve fermare e spaventare nessuno, ma deve invece essere affrontata e superata con l’amore e senza giudizio alcuno.

L’iniziativa è partita tre mesi fa grazie alla guida della regista teatrale Iolanda Di Domenico che ha attuato «un metodo di insegnamento che utilizza la varietà delle arti per poter motivare gli “attori”». Il testo, scritto dalla stessa Di Domenico, parla di un amico immaginario che nel corso della storia si trasforma in un angelo custode e questo per portare avanti i valori universali della fede, della solidarietà e della fratellanza. Per il regista è stato molto importante far assumere a ciascuno un ruolo teatrale.

Con il teatro ognuno ha potuto dare qualcosa di vero, stare in scena e non rimanere relegato sullo sfondo, dietro il sipario dell’esclusione e della diffidenza. Grazie a questo lavoro tutti hanno potuto acquisire fiducia in se stessi, aiutandosi reciprocamente, provando soddisfazione ad essere guardati in un altro modo, dando piacere e divertimento al pubblico, gustando un applauso come una carezza quasi amorevole.

Un’accettazione, una rassicurazione importante, una conferma che tutti hanno il diritto di vivere, di stare qui, di esprimere con sguardi e parole, con gesti e azioni quello che il nostro destino ha insegnato al nostro cuore» fanno sapere i soci di “Vita Felice”.

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