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CERCASI GIOVANE PILOTA ITALIANO

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Da tifoso e grande appassionato di Motomondiale, ho ancora negli occhi l'impresa sfiorata ieri dal nostro Andrea Iannone, autore ancora una volta di una grande rimonta che sfortunatamente non si è conclusa con la vittoria. Sono comunque felice per il nostro concittadino, che in questa stagione sta dimostrando di meritare una moto e un team competitivo, e sono convinto che se riuscirà a trovare una buona continuità di risultati potrà togliersi tante soddisfazioni. Inoltre, mi fa piacere vedere che ci sono ancora dei piloti italiani giovani e di talento (oltre ad Andrea ci sono anche Simone Corsi, Raffaele De Rosa e altri ragazzi interessanti) che riescono ad emergere nelle classi minori. Ma se nella Moto2 (quella che fino a due anni fa era la famosa classe 250) la situazione appare ancora rosea in prospettiva futura, non mi sento di poter dire altrettanto per la categoria inferiore, quella 125 che fino a pochi anni fa ha regalato tantissime soddisfazioni e vittorie ai nostri colori. Ricordo che, fin da quando ero bambino, questo campionato era considerato come una sorta di fucina per i campioni del futuro, la fabbrica dei giovani piloti, e gli italiani hanno sempre recitato il ruolo dei protagonisti. Basti ricordare, negli ultimi 15 anni, i titoli di Valentino Rossi nel '97, di Roberto Locatelli nel 2000, di Manuel Poggiali (sanmarinese, ma fa poca differenza...) nel 2001 e di Andrea Dovizioso nel 2004, oltre alle vittorie ottenute da tanti altri piloti, come Cecchinello, Perugini, Melandri, Sanna, De Angelis, Borsoi e, in tempi recenti, Simoncelli, Corsi e Pasini, oltre ovviamente al nostro Andrea. Se ai piloti aggiungiamo la mitica Aprilia, che ha contribuito a portare al successo quasi tutti questi atleti, possiamo davvero dire che l'Italia ha sempre rivestito un ruolo da protagonista nella 125. Nelle ultime stagioni, tuttavia, questo grande binomio ha subito un deciso crollo: dopo la vittoria di Iannone nel Gran Premio di Catalogna (giugno 2009), infatti, nessun pilota azzurro è riuscito più a salire sul gradino più alto del podio, e i risultati degli ultimi mesi non hanno mostrato nessun miglioramento; giusto per dare un'idea, il miglior italiano in questo momento è Simone Grotzkyj, che ha concluso il campionato precedente alla diciannovesima posizione e come miglior piazzamento ha ottenuto un nono posto nel Gran Premio d'Olanda. Decisamente troppo poco, soprattutto pensando che in questo momento non sembrano esserci piloti italiani in grado di fare meglio. Per contro, si è assistito a una straordinaria fioritura di centauri spagnoli: dopo Pedrosa e Lorenzo, che si sono confermati anche nelle categorie superiori, sono emersi altri piloti di livello come Bautista, Barberà, Faubel, Simon, Gadea, Espargaro, Marquez e Terol; si può quasi parlare di un dominio iberico, soprattutto se pensiamo che l'anno scorso la bandiera spagnola ha colorato il podio in 16 dei 17 Gran Premi disputati. Analizzare il motivo di questo improvviso cambiamento è molto difficile, quel che è certo è che forse non viene rivolta la giusta attenzione ai piloti italiani, come invece accadeva in passato, e in questo sport il talento ha sempre bisogno di essere supportato da un mezzo adeguato, altrimenti i risultati arrivano molto difficilmente; la speranza è che questi risultati deludenti facciano riflettere i nostri scopritori di talenti e le case motociclistiche e diano nuova linfa a un movimento che, oggi come non mai, sta vivendo una profonda crisi. Comunque, i tanti tifosi del motociclismo si possono consolare pensando ai piloti che corrono e si fanno onore nelle due categorie superiori, e sognare un successo con i nuovi binomi tutti italiani Iannone-Speed Master e Rossi-Ducati. Inoltre, bisogna ricordare che se l'Italia non sorride più come un tempo nel Motomondiale, in Formula 1 sono quasi 60 anni che un pilota azzurro non ottiene la vittoria finale (ci riuscì Ascari nel '53), e addirittura dopo il primo posto di Patrese in Giappone nel '92 sono arrivati solo 4 successi in quasi 20 anni di corse, nonostante la presenza di una scuderia dominante come la Ferrari. E dire che tutti ci considerano da sempre il popolo dei motori...
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