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IL GRAFFIO DEL PANTERONE

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L'ultima giornata di campionato in serie A di calcio è stata probabilmente decisiva per quanto riguarda la lotta al titolo: con la vittoria del Milan contro la Samp, i rossoneri si sono portati a +6 sul Napoli e +8 sull'Inter, entrambe sconfitte. Un allungo importante, a 5 gare dalla conclusione del torneo, e che ha messo in luce ancora una volta la qualità e l'importanza della rosa dei rossoneri, e in particolare di un giocatore che è stato spesso criticato e sottovalutato, ma ancora una volta ha impresso il suo marchio nella corsa allo Scudetto: sto parlando di Clarence Seedorf. Fin dal suo arrivo in Italia, il Panterone (come lo chiama affettuosamente l'amico ed ex compagno di squadra Costacurta) non ha mai riscosso il pieno consenso del suo pubblico, eppure ha più volte messo in mostra il suo talento e la sua freddezza nelle partite che contano. Del resto, i numeri parlano per lui: esordisce a meno di 17 anni in Eredivisie con la maglia dell'Ajax, a 19 è già Campione d'Europa con i lancieri (nel 1995, nella finale proprio contro il Milan) e ha già debuttato nella Nazionale olandese, l'anno dopo esordisce nel nostro campionato con la maglia della Sampdoria e, dopo aver disputato una buona stagione, viene acquistato dal Real Madrid; credo che difficilmente un calciatore appena ventenne possa sognare un simile inizio di carriera (a meno che non si chiami Messi o Balotelli...). Il resto della sua carriera non è stata certo da meno: se si fa eccezione per l'Inter, Seedorf ha vinto titoli in ognuna delle squadre con cui ha giocato; oltre alle quattro Coppe dei Campioni conquistate con tre club diversi (2 con il Milan e 1 con Real Madrid e, come detto, Ajax), primo giocatore a riuscire a compiere questa particolare "impresa", bisogna ricordare 4 Campionati e 6 Coppe e Supercoppe tra Olanda, Spagna e Italia, 2 Supercoppe d'Europa, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Mondiale per Club. Un palmares eccezionale, che fa invidia a tantissimi calciatori, ma non è mai stato sufficiente per metterlo al riparo da critiche, discussioni o addirittura contestazioni da parte dei suoi stessi tifosi. Clarence vive questa situazione paradossale fin dal suo ritorno in Italia, quando a gennaio del 2000 arrivò a Milano ma sulla sponda nerazzurra; in tre stagioni con l'Inter lascia poche tracce del suo passaggio, gli allenatori non riescono a trovare la posizione giusta per lui, e le sue prestazioni troppo alterne lo portano alla cessione ai "cugini" milanisti nell'estate del 2002. Con Ancelotti, però, l'olandese ritrova la verve e la convinzione dei giorni migliori e diventa una colonna inamovibile della squadra che in pochi anni vince tutto, in Italia e in Europa, e in molte di queste vittorie riveste il ruolo del protagonista; i suoi gol non sono mai banali, arrivano spesso nelle partite che contano, quelle in cui un vero campione si eleva oltre la media dei compagni e fa la differenza. A Monaco di Baviera ricordano benissimo la sua grande partita del 2007, quando il Milan aveva l'obbligo di vincere, e ci riuscì grazie ad un suo gol e ad un suo splendido assist di tacco per Inzaghi. Ma anche nel Milan, nonostante tutto, Seedorf si è ritrovato più volte al centro delle critiche dei tifosi, che gli contestano la poca corsa e lo scarso impegno in alcune partite, tanto che in più occasioni sono arrivati a fischiarlo pesantemente; nella prima parte dell'ultima stagione, inoltre, anche la società sembrava aver perso un po' di fiducia in lui, tanto che con il nuovo allenatore Allegri ha iniziato molte partite dalla panchina. Con molta professionalità, Clarence ha aspettato il suo momento, ha accettato le panchine e quando è stato chiamato in causa si è fatto trovare pronto, riguadagnando la fiducia dell'allenatore e un ruolo da protagonista. Le ultime 3 partite sono state l'emblema di questa ritrovata importanza: una prestazione eccellente nel derby e altre due splendide gare contro Fiorentina e Sampdoria, entrambe condite da gol. Forse è vero che corre meno di altri giocatori, anche per via degli ormai 35 anni raggiunti, e che in alcune occasioni sembra assolutamente avulso dalla partita, ma credo che ad un campione si possano perdonare alcune gare sottotono, soprattutto se questi risulta decisivo quando più conta; e in queste ultime partite, che potrebbero aver lanciato il Milan verso il titolo, c'è l'indelebile firma del Panterone.
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