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AMSTEL GOLD RACE, L'ACUTO DI PHILIPPE GILBERT

In ombra i corridori italiani

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L’Amsted Gold Race è una di quelle gare, insieme alla Parigi-Roubaix, di cui avevamo parlato tempo fa. Una gara che ti resta impressa perché capisci quanto cuore e dedizione ci vuole per essere un ciclista professionista. E’ un tracciato tecnico, ricco di insidie, curve e strettoie da saper affrontare e strade che a volte permettono a soli quattro o cinque corridori di occupare la sede stradale per battagliare. Tutto questo non doveva far paura a Philippe Gilbert che per la seconda volta consecutiva, l’edizione 2010 è andata a lui, si è aggiudicato la competizione concludendola in 6h30'44", alla media di 39,986, ritmi sostenuti da vero marziano, verrebbe da dire. Sul podio salgono anche Joachim Rodriquez, spagnolo della Katusha, e Simon Gerrans, l’australiano del Team Sky. Giornata dura per gli italiani: Simone Ponzi e Pierpaolo De Negri si sono messi in evidenza con una fuga a lungo raggio, ma le nostre punte - Cunego, Visconti e Di Luca - non hanno mai dato l’impressione di poter lottare per il successo. Il migliore è stato Damiano Cunego, 15° a 1’39". Gilbert arriva alla vittoria della gara Amstel, noto brand tra le birre di tutto il mondo e main sponsor della manifestazione. Incornicia una gara perfetta il belga che dà valore anche al successo alla Freccia del Brabante di mercoledì e ai due trofei Lombardia presenti nel suo personale palmarès. Lo spettacolo vero e proprio iniza ai -10 km dal traguardo. Andy Schleck, come ha abituato chi lo segue, mette la testa fuori e capisce che può iniziare l’assalto alla testa del gruppo. C’è spazio, un colpo di reni e via inizia la scalata. Man mano che passa il tempo il Lussemburghese della Trek-Leopard inizia una volata spinto da un’irrefrenabile voglia di portar via quel premio che in casa Schleck è toccato solo al fratello Frank. Il gruppo inizialmente è ben gestito il vantaggio sale e la freddezza di Andy ci spingono a crederlo pronto per i “Grandi Giri”. Sembra che sia la giornata giusta per lui e una vittoria che in questo 2011 può significare solo gioia. Il sogno cullato anche dai suoi tifosi, assiepati nei pressi del traguardo, subisce un drastico ridimensionamento ai 700 metri dal traguardo. Scappano dal gruppo degli inseguitori prima Joachim Rodriguez e poi Gilbert, quest’ultimo traendo il massimo vantaggio ottenuto dal collega, finisce per trovarsi in ottima posizione, può iniziare a sperare in una riconferma nella gara che aveva fatto sua anche l’anno passato. Si fionda sul lussemburghese della Trek-Leopard e va a vincere una corsa gestita con intelligenza e mestiere, Schleck finisce la sua corsa undicesimo. In effetti le 32 côtes, temibili salite che hanno accompagnato la selezione dei gruppetti di ciclisti, seminate lungo i 260 chilometri del percorso, sono rimaste nelle gambe di molti: Gilbert ha firmato l’assolo accolto da un boato della folla (siamo vicini al confine con il Beglio). Il danese Fuglsang ha chiuso ai piedi del podio, staccato di 5", davanti a Kolobnev, Freire, Leukemans, Hermans, Gesink e Martens (quest’ultimo a 26"). Opaca prestazione per Frank Schleck che non riesce a gestire la difesa del fratello come si richiedeva. Cancellara accusa un po’ la stanchezza della Roubaix e una caduta, non pericolosa, fa perdere del tempo prezioso e che si quantifica nel non poter tentare l’attacco finale. All’arrivo era tangibile la commozione nonché la soddisfazione rotta dal pianto per Philippe Gilbert. Ordine d'arrivo 1. Philippe GILBERT (Bel, Omega Pharma Lotto) km 260,4 km in 6h30'44", media 39,986; 2. Joaquin Rodriguez (Spa, Katusha) a 2"; 3. Simon Gerrans (Aus, Sky) a 4"; 4. Fuglsang (Dan) a 5"; 5. Kolobnev (Rus) s.t.; 6. Freire (Spa); 7. Leukemans (Bel); 8. Hermans (Bel) a 18"; 9. Gesink (Ola) a 19"; 10. Martens (Ger) a 26". 11. A. Schleck (Lux) a 28"; 12. Hoogerland (Ola) a 36"; 13. Vanendert (Bel) a 48"; 14. Daniel Moreno (Spa) a 1'38"; 15. Cunego (Ita) a 1'39"; 35. Gasparotto (Ita) a 2'24"; 48. Di Luca (Ita) a 2'29"; 114. Giovanni Visconti (Ita) a 9'13".
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