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L'INFERNO DEL GARDEGGIA PROMUOVE A PIENI VOTI MIKEL NIEVE

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E’ stata la giornata di Stefano Garzelli, 38 anni varesino che ha catalizzato l’attenzione di tutti su di sé con una fuga che ha dello straordinario, in una tappa per nervi e muscoli d’acciaio. Era da solo sui passi dolomitici più duri che si conoscano e ha fatto la differenza, un ciclismo d’altri tempi quello suo che da professionista ha condiviso tante avventure con Marco Pantani che non stentiamo a credere abbia spinto il suo amico fino al traguardo, lui che questi passi li conosceva e li rispettava e quando era la li sifdava. Vince la tappa lo spagnolo Mikel Nieve che certamente ha dovuto lottare per arrivare sulla linea del traguardo. Garzelli scatta già nelle fasi iniziali, conosce le difficoltà e prova a partire sugli scatti innestati sin dal km 25 da Sella e Hoogerland. Nieve e Garzelli seguono la manovra iniziale e quando le gambe danno l’ok la loro manovra personale non ha pari e cresce il gap di ritardo del gruppo. Si materializza in 9’30” a 150 km dal traguardo. Nieve vince con 1’41" su Garzelli, 1’51" su Contador, 1’57” su Scarponi, 2’28” su Gadret. Nibali è settimo a 3’34”. Anton, già in crisi sul Fedaia, 18° a 7’59”. Sempre più rosa Contador, con 4’20” su Scarponi, 5’11” su Nibali, 6’08” su Gadret, 7’03” su Nieve. Garzelli ottiene il merito di strappare a Contador la maglia verde. Sella vince il primo Gpm, a Piancavallo, davanti a Hoogerland e Popovych. Ma quello che rimarrà impresso a tutti quelli che erano la o davanti al televisore sarà Garzelli che si impone a Forcella Cibiana, precedendo Sella e Hoogerland, poi sul Giau (Cima Coppi), davanti a Nieve e Hoogerland, quindi sul Fedaia, ancora davanti a Nieve e Bakelandts. La storia di questa tappa si intreccia con il gruppo degli inseguitori. Il passo Giau vede Contador scatenato con la sua pedalata che ha dell’incredibile per ritmo e potenza, chi dice che è un marziano non mente, gli unici che decidono di battagliarci sono Krujswijk e Rujano. Lo sforzo duro lo manda in crisi verso il finale, ma la voglia di arrivare lo spinge a dare tutto quello che può e a ribattere l’assalto di Michele Scarponi rilanciando un attacco a cui l’italiano deve dire “no, grazie” per poter arrivare alla fine, incontra solo Gadret ma poi continua da solo. Nibali cede, ma non sprofonda, pagando però dazio pesante nei confronti di Scarponi, che lo scavalca in classifica generale. Nibali vede i sorci verdi in questa tappa. Non convince, resta bloccato da un vistoso calo di forma prima del Fedaia che lo condannerà alla disperata rincorsa del gruppo dei primi. Guadagna sulla discesa dove recupera ’55, l’azione però è interrotta dall’arrivo di Contador. A Vincenzo Nibali il ricordo della tappa più dura della sua carriera. Si tornerà a salire con la Cronoscalata.
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