Alberto Contador si rende protagonista di una delle scalate più impressionanti degli ultimi anni. Decide di iniziare il suo Giro proprio dai monti dell’Etna e lo fa dando prova di tecnica e cattiveria e giusto mix di volontà di vincere.
Da oggi detiene la Maglia Rosa, e guai a chi la vorrà indossare perché dovrà passare sul corpo dello spagnolo della Saxo Bank. Da oggi la veste lui riprendendola dal petto di Weening che l’aveva indossata fino ad ora. La tappa di oggi, da Messina sino all'Etna, verrà ricordata per il valore tecnico messo in scena da Alberto Contador che in 6 km, tanti ne mancavano al tragurdo, ha saputo ribaltare il giudizio di quanti a questo Giro lamentavano il fatto che non ancora fosse venuto fuori dal gruppo. Oggi ha strabiliato con una progressione davvero disumana, gli ultimi chilometri di salita sono stati per i suoi avversari la più dura prova a cui sottoposti in questi anni di militanza tra i professionisti.
Attacca e scatta con incedere imperioso, mai una sbavatura nella sua pedalata e mai voltarsi indietro, ha saputo controllare il suo corpo e la sua mente. La vittoria è poi la sommatoria di tanti fattori oltre che alla sola preparazione fisica. Una tappa veramente difficile quella di oggi, con una salita di 20 Km e curve strette e ripide. A farsi notare al 50° Km sono stati Savini e Bakelandts, seguiti da Cherel, Frank, Horrach, Vanotti, Lastras, Visconti e Popovych.
La situazione resta invariata fino al Km 7, quando uno scatto di Contador mette in difficoltà il gruppo, ad eccezione di Michele Scarponi che invece risponde all’attacco con un’accellerata improvvisa. Sono attimi in cui veramente cambia di tutto, la salita colpo su colpo e pedalata su pedalata si arrende al potere di Alberto. La sfida sulla salita induce molti a fare le più disparate ipotesi su come possa lo spagnolo di Pino a fare un andatura così perfetta. Un ritmo che miete vittime nel gruppo e così Contador vola al traguardo, seguito a distanza da Rujano e Garzelli, giunto alla fine terzo.
Un finale di tappa avvincente per il numero sempre maggiore di scatti e di ritmo che lo spagnolo ha imposto per raggiungere la vittoria finale. a prima fase della corsa, dopo la partenza da Messina, aveva avuto come protagonisti un folto gruppo di fuggitivi (Frank, Visconti, Bakelandts, Lastras, Popovych, Savini, Cherel, Horrach e Vanotti) scattati al km 50 ed arrivati a un vantaggio massimo di 5,05 al km 65. A 18 km dal traguardo Bakelandts ha tentato lo scatto solitario, ma la sua azione si è annullata presto e gli inseguitori sono stati ripresi. Il colpo di scena, verso il finale, ammutolisce pesantemente Scarponi che proprio voleva essere tra i vincitori di tappa. Sul traguardo dell’Etna, Rujano è arrivato secondo a 3”, Garzelli e Nibali staccati di 50”. Un abisso, segno dello strapotere del re, che pure in classifica ha fatto il vuoto: Nibali è ora 1’21”, Scarponi ha un ritardo di 1’28”. Alberto Contador, che proprio nel Giro d’Italia confidava per il suo riscatto, inizia a muoversi per fare propria la grande “corsa rosa a tappe”. E se non fosse stato per Rujano sicuramente lo strapotere sarebbe stato maggiore. Ha sorpreso nel modo di pedalare agile e a velocità intorno ai 45 km/h una velocità equivalente ai trecento orari in moto. Ha distrutto i suoi avversari che non hanno retto e ristabilito l’ordine tra i partecipanti e facendo capire che lui è pronto per salire in quota. Nibali, tra gli attesi non ha proprio potuto niente, lo spagnolo era irrefrenabile e solo qualche mese fa aveva dichiarato di venire in Italia per dimostrare di essere il più forte. Basterebbero le ultime due performance a rendere onore alle sue dichiarazioni.
Domani giorno di riposo in preparazione della tappa tra Molise ed Abruzzo con partenza da Termoli ed arrivo a Teramo, dopo il passaggio nella nostra Vasto. e chissà che non vedremo il pistoloreo spagnolo regalarci altri indelebili ricordi.