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I PRIMI ACUTI DEL GIRO D'ITALIA 2011

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Ci siamo, sono appena andati in scena i primi due atti della corsa più famosa del mondo e subito è un gran parlare di risultati e di nuove e vecchie glorie ai traguardi. La crono a squadre è stata vinta dall’Htc Highroad e poi è toccato a Mark Cavendish spolverare l’arrivo della seconda tappa del Giro. La crono a squadre di Torino verrà ricordata negli annali, complice anche il raduno degli Alpini e i 150 anni dell’Unità d’Italia, perché era da anni che non si vedeva tanta gente ai bordi delle strade a seguire un avvenimento di ciclismo. Incoronata la Htc-Highroad, una delle realtà delle cronometro, la seconda piazza è andanta al team Rodioschack e terza la Liquigas-Cannondale di Capitan Vincenzo Nibali. Lo stesso Nibali parlerà di percorso molto veloce, su cui la Liquigas ha un po’ faticato pur rimanendo in linea con l’Htc e quindi al vertice di questa prova. Per gli amanti dei particolari e per chi non ha seguito la corsa ricordiamo che il tracciato si è svolto lungo vialoni larghi e rettilinei all’interno dell’area metropolitana di Torino. Partenza all’interno delle Reggia di Venaria Reale. Primi 500 metri sul lastricato rettilineo di via Mensa per poi cominciare la sequenza di rettifili cittadini. Nell’abitato di Venaria da segnalare il passaggio di diverse rotatorie. Quasi 5 km completamente rettilinei, ma in continuo saliscendi portano verso i quartieri sud di Torino con, all’incrocio con corso Regina Margherita, il punto di cronometraggio intermedio (km 9.1). Solo 2 curve (e alcune semicurve in rotatoria) portano al lungo rettifilo di corso Vittorio Emanuele II da cui si accede all’ultimo km. Da segnalare alcuni attraversamenti di tramvie. Ultimo chilometro lungo il Po, dapprima in leggerissima discesa poi in piano fino alla svolta verso sinistra che immette in piazza Vittorio Veneto in leggera salita. Linea di arrivo su asfalto di 250 m larga 5 metri. I PROMOSSI - Tra i promossi di giornata la Lampre-ISD di Scarponi, la RadioShack di Machado, seconda a 10" dagli Htc, e la Liquigas-Cannondale di Vincenzo Nibali che festeggia gli 8 secondi rifilati a Contador, non stendiamo a crdere che Alberto Contador non sia rimasto con l’amaro in bocca ma è pur vero che questo ritardo, soprattutto in questa fase di gara non preoccupa, in previsione anche delle tappe di montagna in cui lo vedremo protagonista indiscusso assieme a Rodriguez e a un drappello di corridori con tanto fegato per affrontare i passi più duri che si ricordino da qualche anno a questa parte. I BOCCIATI – Male la squadra del nostro Danilo Di Luca e la Katusha chiude 20esima a 1’04”, poi abbiamo L’acqua e Sapone 21esima a 1’07” e 22esima la Farnese-Neri che paga l’esperienza non ancora matura in questo genere di prove, ma si sa la squadra è giovane e con ampi margini di crescita e il progetto sportivo serio darà ragione a questa visione. In fondo allo schieramento a chiudere la Euskaltel. Il secondo atto da Alba a Parma sorride all’Italia con un ritrovato Petacchi che piazza la zampata finale a spese di un Mark Cavendish particolarmente contrariato nelle fasi finali della competizione. 240 chilometri svolti con professionalità, ma una tappa sicuramente massacrante in chiave condizioni meteo: vento spesso crono e sole cocente piu estivo che di fine primavera hanno accompagnato il gruppo, che non stentiamo a crdere essere arrivato a fine corsa totalmente distrutto. Una tappa questa che premia i velocisti, quegli stessi che hanno lamentato una scarsa attenzione da parte degli organizzatori per la loro categorie a favore dei re della salita. Petacchi (Lampre-Isd) ha battuto in volata Mark Cavendish (nuova maglia rosa) e Manuel Belletti. Mark Cavendish ha protestato vivacemente subito dopo il traguardo lamentando un presunto danneggiamento, ma la Giuria, esaminato le immagini, ha confermato la vittoria di Petacchi. La tappa è stata contrassegnata dall’epica fuga del tedesco Sebastian Lang che finisce con il gruppo che lo riprende solo ai -26 chilometri dall’arrivo, per lui l’emozione di aver sconquassato i calcoli di molte squadre e sicuramente una tappa che ricorderà per tutta la vita, avrà qualcosa da raccontare ai suoi nipoti un giorno davanti ad un caminetto. Sebastian Lang è nato a Erfurt (Germania) il 15 settembre 1979. E’ professionista dal 2002 e le sue caratteristiche sono da cronoman e forte passista. I suoi risultati più significativi: la classifica finale del Giro di Danimarca nel 2006 e il Campionato tedesco a cronometro nel 2006. Riassumendo brevemente il percorso, per chi l’avesse persa diciamo che si trattava di una tappa sostanzialmente pianeggiante attraverso la pianura Padana con una breve parte nervosa nei dintorni di Salsomaggiore Terme. Si percorrono strade statali con tracciato sostanzialmente rettilineo fino a Fidenza dove la corsa svolta verso Salsomaggiore Terme (TV km 202.6). Si affrontano quindi di seguito due brevi salite collinari con culmine a Castello di Tabiano (GPM 4a 315 m - km 210.4). La discesa, articolata e a tratti tecnica, porta a Noceto dove, superato Ponte Taro, ci si immette nella ss. 9 Emilia che conduce, diritta, a Parma. Rifornimento fisso a Casteggio (km 109-112). A tre chilometri dall’arrivo attraversamento del centro storico con pavimentazione in parte in porfido sempre per vie rettilinee con fondo un po’ ondulato. Ultimo chilometro per vialoni larghi, rettilinei, ben pavimentati e raccordati da ampie curve o da rotatorie. Retta di arrivo di 500 m larga 7.5 m su asfalto. Dopo tre ore di corsa la media rilevata è stata di 41,600 km/h, una velocità alta propria dei velocisti più incalliti che qui hanno dato prova delle loro capacità. In questo frangente c’è già il primo cambio di casacca: la Maglia Rosa viene sfilata a Pinotti ed indossata da Cavendish, chiude al terzo posto l’italiano Belletti.
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