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Domenica: possiamo vivere senza?

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 Sempre meno la Domenica sembra essere un giorno speciale fra quelli della settimana, sempre meno profuma di quel “non so chè” che ci spinge verso il misterioso splendore di cui è intrisa, sempre meno pensiamo a lei come il giorno del Signore.

Per aiutarci a capire quanto abbiamo perso del senso di questo tempo sacro rifletteremo su un piccolo tratto poco conosciuto della nostra storia.Durante la persecuzione di Diocleziano, scatenata nel 303, furono tanti i fedeli che testimoniarono con la vita la loro fede in Cristo.

La frase che da il titolo a questo articolo è legata alla storia di 49 di essi: i martiri di Abitene, un'antica città che oggi localizzeremmo in Tunisia. Questi coraggiosi testimoni contravvennero l'ordine tassativo in tutto l'impero di non celebrare l'eucarestia sapendo di rischiare la vita.

Purtroppo a causa di un delatore furono sorpresi durante una celebrazione, catturati, minacciati e torturati davanti ad un'importante autorità di quella regione affinché rinunciassero alla loro fede.

Nessuno di loro cedette cosicché vennero uccisi uno ad uno. Il proconsole Aulino, l'autorità succitata, ammirando tanta fermezza e dedizione chiese a Emerito (colui aveva messo a disposizione la propria abitazione), «Perché hai accolto nella tua casa i cristiani, contravvenendo così alle disposizioni imperiali?».

La sua risposta fu semplice e diretta: “Perchè senza la Domenica non possiamo vivere”. Vorrei per voi, che avete letto questo racconto, ci fosse adesso un poco di silenzio, il terreno migliore perchè il messaggio che vi è stato dato possa germogliare e portare i suoi frutti. La Domenica non può essere un giorno qualsiasi, questo giorno è fatto per riunirci con le persone che amiamo attorno a ciò che da senso alle nostre fatiche, a tutta la nostra vita, questo giorno serve per non perderci.

 

 
 
15 dicembre 2014
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