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Ricordata la figura di un illustre vastese: Franz Ritucci Chinni

Cerimonia nella Cattedrale di San Giuseppe

a cura della redazione
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"Poche persone, parenti, amici, estimatori e molte, troppe assenze: giustificate? Certamente no, poiché c’è chi ha l’orgoglio di aver goduto il privilegio di questa amicizia e chi gode per altri privilegi". Così Elio Bitritto, presidente dell'associazione culturale 'San Michele' introduce il rito in memoria di Franz Ritucci Chinni, scomparso la scorsa settimana, tenutosi nella Cattedrale di San Giuseppe. Una cerimonia sobria con gli interventi di don Giovanni Pellicciotti, che ha officiato l’eucarestia con don Michele Ronzitti, vecchio compagno di scuola di 'Franzino', Giuseppe Tagliente, ex sindaco di Vasto e consigliere regionale, e dello stesso Bitritto. Quest'ultimo ha ricordato la conoscenza di Franz Ritucci Chinni risalente, indirettamente, addirittura al 1953 e, successivamente, agli anni universitari concludendo con la lettura del suo eccezionale curriculum per il quale gli fu attribuito il Premio San Michele 2002. Particolarmente efficace l’epitaffio di Tagliente che ha tratteggiato la figura nei suoi aspetti umani, prima che culturali e professionali "Non so se Franz – Francesco Ritucci Chinni – avrebbe gradito il saluto di commiato che mi accingo brevemente a fare. Persona schiva, discreta, riservata, dai modi sbrigativi ancorché garbati – spirito assolutamente, diametralmente diverso dal papà Don Florindo che resta ancora nella memoria di questa Città per il suo animo d’artista oltre che per le doti di amministratore – forse Franz avrebbe preferito il silenzio ed una semplice benedizione che ne raccomandasse l’anima a Dio nella Chiesa, affianco a casa sua, che ha accompagnato la sua vita sin da bambino ed alla quale certamente andavano i ricordi ogni volta della sua giornata che pensava a Vasto dalla lontana America. È dovere però di chi resta su questa Terra perpetuare la memoria degli uomini migliori. Ne ha bisogno la società degli uomini per continuare nel suo cammino per dare un senso alla vita. Ne hanno bisogno i giovani per avere degli esempi giusti, gli impulsi necessari per sfidare le difficoltà di ogni presente. La storia è nata per questo. Per questo di Franz, che ho avuto il rammarico di conoscere soltanto negli ultimi anni della sua vita ed apprezzarne le notevoli doti umane e culturali, vanno dette alcune cose che si possono schematicamente riassumere in questi termini, lasciando poi ad Elio Bitritto il compito di rappresentarvi nel dettaglio il suo lungo e significativo curriculum vitae: - che ha fatto onore all’Italia e a Vasto in sessant’anni di vita professionale; - che ha amato l’Italia ed il suo paese natio come pochi guardando ad essi con gli occhi da cittadino del mondo, senza cadere mai nella retorica del nazionalismo e del campanilismo; - che è stato un umanista vero, intriso di una cultura che mette l’uomo e la dimensione umana al centro di ogni interesse e la solidarietà come vincolo tra gli uomini; - che ha amato la vita in senso religioso e non edonistico; - che ha aborrito la volgarità in ogni sua manifestazione ed inseguito il sogno della bellezza che può salvare il mondo; - che è stato un medico valente ed un professionista affermato; - che ha amato la famiglia più di se stesso; - che non ha vissuto invano. Caro Franz, ci piace credere che tu abbia lasciato questo mondo felice di poter riabbracciare il tuo caro Gregory, ma sappi che la tua assenza ha già creato in noi tanta tristezza. Ci mancherai".
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