Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Grande partecipazione ed interesse per ‘Risorse o Umani? Dialogo con Alessandro Obino’

‘Non esistono più lavori solo tecnici o solo intellettuali. Oggi si prevede che la creatività venga trasferita attraverso il lavoro tecnico’

Condividi su:

Una Sala Convegni gremita, quella della Società Operaia di Mutuo Soccorso, per l’appuntamento di ieri 6 aprile con la presentazione del libro e relativo dibattitto dal titolo ‘Risorse o Umani? Dialogo con Alessandro Obino’.

Punto focale dell’evento, organizzato dall’Associazione RATI (Reti di abruzzesi per il talento e l’innovazione), la rivoluzione del lavoro nel tempo dell’Industria 4.0 e tutte le conseguenze che l’era dell’industrializzazione e della digitalizzazione comportano per le imprese e per la società.

“Non esistono più lavori – ha affermato Obino - che sono solo tecnici o solo creativi ed intellettuali, questa distinzione non è più valida. Oggi si prevede che la creatività venga trasferita attraverso il lavoro tecnico. Gli operai sono sostituiti dalle macchine, quindi la loro mansione richiede competenze più ampie, che lo migliorano come uomo oltre che come professionista. Quando l’uomo inventò il fuoco, tutti i ‘diplomandi’ della società della pietra dovettero imparare ad avere a che fare con esso. Ma chi avrebbe comandato il gruppo dei cacciatori? Chi il fuoco lo accendeva, lo dominava e sapeva soprattutto come non bruciarsi. Così è l’era digitale: creare macchine intelligenti e saperle fare funzionare”.

Una realtà in continua evoluzione, che si muove nella direzione di assegnare un nuovo ruolo alle persone che devono guidare i processi stessi di produzione, e i cui cambiamenti non possono essere più né ignorati né sottovalutati: “cari ragazzi – ha detto lo scrittore rivolgendosi soprattutto ai tanti studenti presenti- le agenzie turistiche andranno a morire, i negozi di moda, se ne siete appassionati, non esisteranno più. Nell’era digitale si richiederà di fare ‘cose con le mani’ intese come lavori di artigianato complesso. Preoccupiamoci piuttosto di capire dove stiamo andando e io stesso ho scritto il libro per salvare la mia azienda e per cercare di capire al meglio questo nuovo mondo”.

A dialogare con l’autore sono stati esponenti del mondo della scuola, dell’università, del lavoro e dell’impresa tra cui Luciano D’Amico, Economista e già Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, Gaetano Fuiano, Dirigente scolastico ‘IIS Mattei’ di Vasto e Carlo Vallone, responsabile del personale stabilimenti e Relazioni con il Sindacato della Fater di Pescara, moderati dal giornalista e socio RATI Marco Di Fonzo.

Tema molto dibattuto è stato anche quello dello sviluppo delle competenze digitali che forniscono ai lavoratori strumenti utili anche per la vita di domani che sarà essa stessa necessariamente digitale: “c’è una parte del libro – ha sottolineato Vallone - molto interessante e che riguarda il tema delle competenze, a partire da quelle della famosa Sylicon Valley, dove è esplosa la digitalizzazione. Quella chiamata del ‘sense-making’, cioè dell’avere sempre piena consapevolezza degli scopi aziendali, del sapere sempre dove si è, cosa si fa e dove si deve arrivare, in breve ‘dare senso al proprio lavoro’. La seconda è la ‘semplicità’, cioè i nostri migliori prodotti sono stati sempre quelli più facili da usare e da comunicare. La terza è ‘l’essere sociali’, cioè anche se sei preparato non puoi lavorare da solo”.

Non è mancato il riferimento al Coding e al pensiero computazionale, strumento che “con il suo linguaggio attuale – ha aggiunto Fuiano - aiuta i ragazzi ad allenare le proprie facoltà di pensiero e di logica, un po' quello che accade studiando il latino e il greco, a cui vanno aggiunte quell’insieme di competenze tanto importanti e legate alla sfera emozionale della persona. La scuola ha il compito di formare delle ottime persone, oltre che degli ottimi tecnici”.

Tanti gli interventi e grande la partecipazione del pubblico che ha rivolto domande e fatto considerazioni sulla base della propria provenienza e del ruolo ricoperto, rendendo il dibattito particolarmente acceso e interessante.

 

Condividi su:

Seguici su Facebook