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'Orti urbani', proposte rilanciate per il recupero di spazi pubblici

L'idea è di creare spazi verdi che possono avere anche una "preziosa funzione sociale"

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L’idea è quella di utilizzare degli spazi pubblici per destinarli alla produzione di fiori, frutta e ortaggi, senza fini di lucro e gestiti dai singoli cittadini. Sono gli “orti urbani” che da anni rappresentano una importante realtà in moltissime città italiane, perché consentono non solo di recuperare terreni incolti ed abbandonati, ma di creare degli spazi verdi che possono avere anche una preziosa funzione sociale.

Ne sono più che convinti Nicholas Tomeo, Osvaldo Francese e Stefano Di Santo Morelli, che dopo aver dato vita al gruppo “Orti urbani”, hanno organizzato diverse iniziative tutte molte partecipate, tra cui una serie di incontri su tematiche ambientali. I tre hanno anche protocollato in Comune un regolamento che hanno sottoposto all’attenzione del sindaco Francesco Menna,dell’assessore all’urbanistica, Giuseppe Forte e dei due presidenti delle Commissione Assetto del territorio e Affari generali, Marco Marra e Maria Molino.

“Abbiamo anche chiesto un incontro con gli amministratori, dapprima in maniera informale e poi ufficiale, ma stiamo ancora aspettando una risposta”, dice Tomeo, “l’idea è quella di utilizzare degli spazi pubblici per trasformarli in orti urbani. In moltissime città italiane sono una realtà da tantissimi anni. A Bologna, che conta gli orti urbani più grandi d’Italia, sono la normalità. Rappresentano anche un modo per creare socialità aperta e intergenerazionale, senza distinzione di sesso, provenienza, cultura, età, colore della pelle, oltre che partecipazione dal basso nella gestione del territorio locale”, annota Tomeo.

Il gruppo, che ha al suo attivo un lungo elenco di incontri e di iniziative tutte connotate da una grande partecipazione, ha organizzato per mercoledì 10 aprile, alle 21, presso Amenabarcafè di Vasto, un’assemblea pubblica. Scopo  della riunione è illustrare l’iter amministrativo del regolamento presentato lo scorso mese di febbraio, ma sarà anche l’occasione per conoscere le nuove persone che si sono avvicinate a questa iniziativa e che vogliono saperne di piu’ sugli orti urbani e sul progetto portato avanti da Tomeo, Francese e Di Santo Morelli.

“A noi interessa soprattutto il confronto diretto con i cittadini”, chiosano i promotori, “per praticare welfare dal basso e condividere percorsi. La diffusione di spazi verdi, aperti e condivisi, come gli orti urbani aiutano a tutelare la biodiversità e la conservazione ambientale ed ecologica contro l’inquinamento e il degrado territoriale”.

A Vasto, che vanta un’ampia tradizione di agricoltura sociale, ci sono tantissimi terreni incolti ed abbandonati, divenuti nel tempo ricettacolo di rifiuti.  Potrebbero essere coltivati creando bellissimi spazi verdi con risvolti ambientali e sociali.

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