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Posti di lavoro a rischio da salvaguardare, la mobilitazione prosegue

'Desertificazione industriale in Val Sinello': le richieste dei rappresentanti delle maestranze

a cura della redazione
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Lo stabilimento Canali in Val Sinello si fermerà in seguito al grave stop della settimana scorsa all'ipotesi di riconversione del Pantalonificio. A rischio ci sono 97 lavoratori, per la maggior parte donne. L'accordo con la Max Mara sembrava in dirittura d'arrivo, ma l'intesa - di cui si è occupata la Wollo, società che era stata incaricata anche dalla riconversione della ex Golden Lady - non è mai stata raggiunta.

Per questo, mercoledì 30 ottobre tutto lo stabilimento - compreso, quindi, il reparto giacche - si fermerà per 4 ore (dalle 13 alle 17).

Giuseppe Rucci (Filctem-Cgil), Franco Zerra (Femca-Cisl) e Claudio Musacchio (Uiltec-Uil), rappresentanti dei sindacati che hanno proclamato lo sciopero, chiedono la riapertura di un tavolo di confronto per la salvaguardia dei posti di lavoro. Dopo il passo indietro dell'azienda che doveva prendere il posto di Canali, infatti, l'attuale proprietà non ha mostrato nessun ripensamento sulla volontà di chiudere a fine anno. Fino al 14 gennaio 2014 i contratti di solidarietà copriranno la crisi, sul futuro, poi, c'è totale incertezza.

I sindacati chiedono che l'azienda trovi soluzioni all'interno dello stesso gruppo che, da tempo, ha ribadito la volontà di non lasciare l'Italia ed evitare dei licenziamenti che si riperquoterebbero anche sulla tranquillità del reparto giacche. Infine, le tre sigle premono affinché le istituzioni rimettano al centro dell'agenda misure concrete per scongiurare il rischio-desertificazione della Val Sinello.

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