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A Mafalda il fronte 'anti-biomasse' assorbe anche alcuni sindaci del Vastese

D'effetto la relazione del dott. Ferdinando Laghi

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Uniti contro le biomasse. Sabato scorso, 13 ottobre, a Mafalda la palestra comunale ha ospitato l’incontro promosso dall’amministrazione comunale per parlare dell’impianto di produzione elettrica tramite biomasse da anni in progetto nei capannoni ex-SMI (Gruppo Marrollo) nella valle del Trigno.

 

LE ORIGINI DEL PROGETTO. La vicenda è iniziata nel 2005, quando l’allora amministrazione di centrosinistra approvò il progetto coinvolgendo la Dafin di Ortona, produttrice di alcol per uso alimentare e industriale, vini e distillati. L’intento era, quindi, usare le vinacce esauste per un totale di un milione di quintali (proveniente anche dalla produzione nazionale). L’accordo prevedeva il riassorbimento di circa 70 dei 120 dipendenti della SMI che stava chiudendo e l’apertura di una distilleria. L’autorizzazione unica regionale ottenuta dalla Dafin fu impugnata dalle associazioni ambientaliste che si battevano per la difesa del territorio. Intanto arrivarono le elezioni amministrative e Mafalda cambio colore politico affidandosi all’ex-minoranza che aveva osteggiato fortemente il progetto. TAR e Consiglio di Stato, quindi, accolsero il ricorso, sebbene, proprio il Consiglio di Stato suggerisse una riedizione del progetto per eliminare i vizi formali. E la Dafin il progetto lo ha ripresentato, ma nel frattempo il Comune di Mafalda ha chiamato alla crociata anche i rappresentanti dei comuni abruzzesi al di là del Trigno invitandoli a deliberare in consiglio comunale la loro contrarietà all’installazione della centrale. Cosa che avviene durante l’estate appena trascorsa.

 

TRA INFORMAZIONE E STRUMENTALIZZAZIONE. Sabato la palestra comunale era gremita per ascoltare la relazione del dott. Ferdinando Laghi, vicepresidente nazionale ISDE – Medici per la vita, da sempre in prima linea contro gli inceneritori e gli impianti potenzialmente dannosi per la salute umana. Laghi ha illustrato gli effetti sull’uomo del rilascio di nano e micro particolato dai processi di combustione. Una relazione certamente efficace che ha ‘inquietato’ anche i più scettici. Più volte è stato inoltre sottolineato come il Molise non abbia bisogno di ulteriore produzione di energia elettrica, essendo già ora ampiamente autosufficienti. Il 24 ottobre la Conferenza dei servizi finale deciderà le sorti del progetto.

 

In platea anche i sindaci - e i cittadini - di Celenza sul Trigno, Dogliola, Tufillo e Fresagrandinaria e alcuni degli attivisti del Vastese, fra cui Lino Salvatorelli dell'Arci di Vasto. A inizio serata il sindaco mafaldese, Egidio Riccioni, annuncia anche la solidarietà del presidente molisano Michele Iorio, alcuni consiglieri sono presenti per ribadirla. Insomma, bene informare i cittadini, ma occorrerebbe una riflessione su quegli amministratori – a diverso titolo – di lungo corso pronti a cavalcare il sentimento popolare dimenticando le autorizzazioni date in precedenza e i silenzi su stabilimenti simili (o ancor più impattanti) sui propri territori.

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