Un nono posto solo apparentemente deludente, considerando che Andrea Iannone a tre secondi dalla bandiera a scacchi era in pole position provvisoria. Poi è successo l’incredibile, quando ben otto piloti si sono scatenati nel loro giro finale e l’hanno fatto retrocedere ai margini della top ten. Un fenomeno raramente visto in qualifica, che negli ultimissimi istanti ha regalato irripetibili fuochi d'artificio: basti pensare che i primi quattro classificati sono racchiusi in un fazzoletto di soli 79 millesimi e i primi dieci in tre decimi. La pole è andata a Marc Marquez, alla sua prima in carriera sul tracciato olandese. Lo spagnolo precede Cal Crutchlow, Valentino Rossi e Andrea Dovizioso. Quinto il compagno di squadra di Iannone Alex Rins, decimo Jorge Lorenzo.
Nonostante il nono posto in griglia, si tratta di un’ottima prestazione per il vastese, che in questo weekend ha deciso di puntare sul telaio con il rinforzo in carbonio promosso nei test di Barcellona. Ma per la gara Iannone nutre un discreto pessimismo: “Se contassero i punti del venerdì e del sabato, saremmo in cima al mondiale. Purtroppo la domenica ancora non siamo in formissima”.
Se si vanno a vedere i risultati delle prove libere 3 delle qualifiche ufficiali di quest’anno, la bontà della sua considerazione appare innegabile. In questa stagione, infatti, Iannone ha quasi sempre fatto vedere cose egregie nei due giorni che precedono la gara: nelle prove libere di Assen, il n.29 della Suzuki ha fatto registrare la sesta e quinta posizione nelle FP1 e nelle FP3, e soprattutto la seconda nelle FP2 e nelle FP4.
“La nostra Suzuki ha raggiunto un buonissimo livello, con gomme nuove è la migliore in pista. Il problema è che con le gomme usate invece peggiora tanto, anche quando le temperature di alzano, così alla fine soffriamo molto più degli altri”, aveva spiegato Iannone venerdì. “Questo è un peccato perché in questo momento sono molto forte, mi gioco posizioni molto importanti. C'è qualcosa che manca, ma non dipende da me”, aveva aggiunto.
Le gomme, imprescindibili ai fini della classifica, sembrano essere quindi il principale problema della Suzuki: “In questo Campionato incidono fino al 90%. Vincono le moto che riescono a consumarle meno, a gestirle meglio nell'arco della gara. Non vince la moto più veloce, perché la nostra per esempio sul giro secco potrebbe essere la più competitiva”. Parole che fanno intendere che la gara di domani, nonostante i buoni risultati registrati in prova, sarà ancora una volta una gara di sofferenza. La speranza è che la sua voglia di risalire per la terza volta in stagione sul podio possa essere molto più forte dei limiti della sua Suzuki.