All’indomani dell’esordio in Serie A dell’arbitro vastese Angelo Martino Giancola, il pensiero è andato subito a chi, indirettamente, è l’artefice di quello che è da considerare un evento importante, come, appunto, avere a Vasto un direttore di gara nel massimo campionato italiano, che fa parte del “gotha” del calcio nazionale: mi riferisco a Gianni Castaldi, amico e uomo di sport che ha già dedicato cinquant’anni della sua vita al variegato mondo sportivo, facendosi apprezzare per le innumerevoli iniziative. Nato a Montorio nei Frentani, piccolo centro del basso Molise, fra i fiumi Fortore e Biferno, ma vastese di adozione, Gianni Castaldi, indirettamente appunto, ha dato a Vasto, prima volta nella sua storia, un direttore di gara di serie A, questo grazie al fatto che è il fondatore e memoria storica della locale sezione Aia - Associazione Italiana Arbitri - della Figc che festeggerà il 37esimo anniversario il prossimo 1° luglio. Ho voluto intrattenermi per uno scambio di idee con Gianni Castaldi, già arbitro della CAN negli Anni ’80, oggi Benemerito dell’Associazione, e con un lungo curriculum sportivo che, per esigenze di spazio non pubblichiamo, ma gli è stato richiesto dal CONI per l’assegnazione del Premio del C.I.O. di cui va molto fiero. L’incontro avviene nel suo ufficio tappezzato di gagliardetti, fotografie e riconoscimenti di 50 anni di attività sportiva.
Giancola in serie A, cosa ne pensi? “E’ stata una soddisfazione inimmaginabile: le sue qualità sono quelle di un grande arbitro. Certamente potrà aspirare a maggiori soddisfazioni in impegni di levatura più importante della serie A”. E’ un tuo allievo? “Considero tutti miei allievi se si pensa che sono il capostipite di quanti sono transitati o permangono nella sezione. Quando Angelo (Giancola, ndc) partecipò al corso per arbitri, presidente era mio fratello Pino e anche tu facevi parte, allora, della nostra Associazione che ti deve molto e ti sarà sempre riconoscente”. Come ti venne l’idea di organizzare il primo corso arbitri? “Una passione coltivata da sempre. Cominciai a interessarmi già dal 1954, allora risiedevo con la famiglia a Termoli, senza ottenere alcuna risposta. Nel 1958 ci trasferimmo a Vasto, entrai nel Comitato del C.S.I. (Centro Sportivo Italiano, ndc) e, con l’indimenticato e amico Mario Santarelli e Gaetano Martone, riuscimmo a indire e partecipare a un corso per arbitri per dirigere le gare dei campionati cittadini del CSI; in seguito, tornammo a informarci per diventare arbitri della Figc e organizzammo un corso nel 1961. Dopo 3 anni, il 26 gennaio 1964, partecipammo agli esami e diventammo arbitri della Figc in otto”. Le prime gare dirette? “Il 17 gennaio 1965 ci fu l’esordio dei primi arbitri del nostro gruppo che, a quel tempo, faceva parte della sezione di Chieti. Da allora, quanta acqua è passata sotto i ponti... Naturalmente con grosse soddisfazioni se si pensa che in molti anni la sezione di Vasto ha espresso tanti arbitri nelle varie categorie nazionali”.
Qual è stato il principale obiettivo della sezione e se lo è ancora oggi? “Avere giovani preparati. L’evoluzione, negli anni, esige che la preparazione sia al massimo, sia tecnicamente sia atleticamente. Era quello che si chiedeva 37 anni fa; rimane prerogativa anche degli attuali dirigenti e della nuova classe arbitrale. I vari presidenti che si sono succeduti dal 1973, anno di fondazione della sezione di Vasto, hanno lavorato, con i vari direttivi sezionali e si sono impegnati al massimo per mantenere sempre alto il prestigio della nostra sezione. E’ ovvio che l’impegno, per ciò che concerne l’aggregazione, è merito dei dirigenti sezionali. Le qualità per emergere e percorrere il cammino che fa aspirare tutti i giovani a entrare nell’èlite arbitrale, invece, è merito di ognuno. La classe si esprime con impegno, preparazione atletica, spirito di sacrificio, determinazione e indubbia competenza. Oggi la mia soddisfazione è vedere che la sezione è proiettata tra le prime in Abruzzo, per organizzazione, professionalità e impegno”. Ci sono altri giovani preparati che possono seguire la strada di Angelo Martino Giancola? “La sezione conta su oltre 100 associati, arbitri nelle varie categorie dilettantistiche. Ora ci sono 3 ragazzi che militano in serie D; sono bravi e, naturalmente, farebbe piacere a tutti se il loro cammino diventasse un percorso facile per accedere alle categorie superiori. Nel salto di categoria concorrono tanti elementi di giudizio, quindi, se non ci sono le qualità ottimali, man mano che la piramide si restringe, si assottiglia anche il numero degli arbitri con tale aspirazione. Tieni presente che, per far arrivare un arbitro alla massima serie, generalmente ci vogliono circa 15 anni”. Al termine di questo nostro incontro mi piacerebbe che esprimessi un giudizio anche su tuo figlio Gianluca che è in forza alla sezione di Termoli. “Dal 1998, Gianluca si è trasferito alla sezione di Termoli e, considerata l’età non più valida per un eventuale passaggio di categoria, sarebbe dovuto transitare tra gli osservatori arbitrali (ex commissari speciali, ndc); poiché la regione Molise aveva necessità di arbitri, ha preferito trasferirsi per continuare a dirigere le gare del campionato dilettanti. Quattro anni fa si è avvicinato al beach soccer, conseguendo, secondo quanto mi dice (dice giusto, ndc), ottime soddisfazioni. Prima o poi l’età frenerà le sue ambizioni e dovrà passare tra gli osservatori arbitrali”.
Prima di congedarmi da Gianni Castaldi, gli ho detto che può ritenersi soddisfatto di Gianluca, considerato che ha diretto le gare più impegnative e, agonisticamente, più interessanti dei massimi campionati molisani e, nel beach soccer, ha arbitrato le sfide più importanti degli ultimi tre anni: finale di Coppa Italia nel 2007, finale di Supercoppa Italiana nel 2008 e finale del campionato di Serie A nel 2009 ma, credo, che la soddisfazione più grande sia arrivata quando è stato designato per la sfida internazionale del 2 agosto 2009 a Cervia, tra la Nazionale Italiana e quella Svizzera. A Gianni ho rivolto un grande ringraziamento per avermi dedicato tutto questo tempo per tracciare un percorso arbitrale della sezione di Vasto, di cui è stato un indubbio protagonista. Il prossimo anno compirà 50 anni di attività sportiva e, sicuramente, ci ritroveremo per un altro incontro e per parlare anche del Museo Nazionale dell’Arbitro che sta realizzando, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, a Montorio nei Frentani, suo paese di origine in provincia di Campobasso che, da come ne parla, porta sempre nel cuore: si vede anche dai suoi occhi.
Di seguito gli arbitri più rappresentativi che si sono fatti strada in campo nazionale della sezione di Vasto. Arbitri Can A e B: Gianni Castaldi, Vincenzo Sputore e Angelo Martino Giancola; Assistenti arbitrali Can A e B: Giuseppe Castaldi, Gaetano Martone, Matteo Florio e Paolo Massimiliano Cavuoti; Arbitri Can C e Pro: Mario Di Santo, Paolo Massimiliano Cavuoti e Lorenzo Spadaccini; Assistenti arbitrali Can C: Nunzio Benedetti, Giovanni Ciancaglini, Luciano Spadaccini e Giuseppe Vitelli; Arbitri Can D: Domenico Capuzzi, Daniele D'Adamo, Giuseppe De Filippis e Francesco Spalletta; Assistenti arbitrali Can D: Michele Bucci, Mario D'Adamio, Dino Monteferrante, Bruno La Viola, Arnaldo Mattucci, Pietro D'Adamo, Giacinto Fioravante e Mauro Manes; Osservatori arbitrali Can C: Geremia Miri e Michele Scampoli.
FOTO AMERICO RICCIARDI