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L’Archeoclub San Salvo in sopralluogo sul sito dell’Abbazia di San Vito

Chiusura dell’anno all’insegna della cultura e della scoperta delle radici con il Prof. Artese

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Una chiusura dell’anno all’insegna della cultura e della scoperta delle nostre radici con il Prof. Giovanni Artese, su iniziativa dell’Archeoclub San Salvo e della sua Presidente Silvia Daniele. Partenza alle ore 11:00 per andare in visita sul sito dell’Abbazia di San Vito, sul fiume Trigno.

Il Prof. Artese si è reso disponibile ad illustrarci la zona, con un tuffo nel lontano passato dove ha avuto inizio la storia della nostra comunità.

Inoltrandoci nella campagna, abbiamo dovuto attraversare campi arati sebbene di proprietà comunale, con nostro grande stupore per le difficoltà ad accedere ad un sito che dovrebbe essere di notevole valenza storica e culturale.

Fino agli anni ‘30 del 1900 qui vi erano resti visibili dell’Abbazia risalente al 1300 circa, tra cui anche alcune tombe di monaci cistercensi; ora si trova, purtroppo, solo qualche pietra corrispondente probabilmente all’abside. 

L’Abbazia di San Vito (poi dei Santi Vito e Salvo) costituisce l’ultimo ma anche il maggiore insediamento monastico sorto nel territorio di San Salvo nel Medioevo (il primo fu Sant’Angelo in Salavento, il secondo fu il monastero benedettino cassinese di Santo Salvo, edificato tra il IX e X secolo sulle rovine della scomparsa città romana, e divenuto cuore dell’omonimo abitato sviluppatosi intorno). 

Il monastero cistercense di San Vito venne eretto nella omonima pianura fluviale, esattamente nella contrada ancora oggi denominata di San Vito, probabilmente già attorno agli anni 1257-1259, a seguito di una crisi del monachesimo benedetti, forse su antichi resti pagani: accentuando la Regola Benedettina dell’ora et labora, i Cistercensi si dedicavano all’agricoltura e anche a una forma embrionale di economia semi-aperta, bonificando le paludi dove andavano ad erigere le loro abbazie e sviluppando un’agricoltura per l’epoca certamente innovativa, coltivando il grano e lavorando ai mulini.

L’Abbazia era circondata da un complesso di stalle e strutture di servizio, ed è proprio verso i resti di una di esse che il gruppo dell’Archeoclub si è diretto in seconda battuta. Purtroppo, tale struttura non è di proprietà del Comune di San Salvo ma appartiene ad un privato ed è attualmente utilizzata come rimessa agricola. 

Terminato il percorso sul sito di San Vito, il gruppo è rientrato in città per visitare il più noto sito dell’Abbazia di Sant’Angelo in Salavento, dove il Prof. Artese si è reso disponibile a rispondere a domande e curiosità dei presenti: Perché adesso manca anche una manutenzione di base? Cosa si potrebbe fare per valorizzare il luogo e renderlo un punto di riferimento della nostra millenaria storia? Proprio qui, infatti i resti della villa romana antecedente all’Abbazia sono evidenti, ma manca anche la minima protezione per preservarli e riconoscerli.

Non è questa la sede per dilungarci in questione tecniche di ordine archeologico e storico, dunque rimandiamo i nostri lettori allo studio e alla scoperta delle nostre antiche origine, ma in che modo?

L’Archeoclub organizza gite ed incontri in cui poter approfondire tali argomenti, i libri del Prof. Giovanni Artese sono alla portata di tutti come anche alcuni suoi articoli scritti per sansalvo.net sono disponibili nel nostro archivio.

La nostra antichissima storia ha il diritto di essere ricordata, e noi posteri abbiamo il dovere di conservarla e tramandarla. Consapevoli del tempo che passa ma fedeli anche allo spirito del tempo: il ricordo non vive nel passato ma nel presente che viviamo noi.

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