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Luca Telese presenta a Vasto “Cuori contro”, il secondo libro dedicato alle storie degli anni di piombo

L’intervista al popolare giornalista e conduttore televisivo, ieri ospite alla Società Operaia di Mutuo Soccorso

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«Se non scrivi i tuoi libri con la mano sinistra, ci metti dentro un pezzo di te e ti metti in gioco». Si potrebbe racchiudere in queste sue parole il senso della venuta a Vasto di Luca Telese, ieri pomeriggio ospite d’onore alla sala convegni della Società Operaia di Mutuo Soccorso per promuovere la sua ultima fatica letteraria “Cuori contro”, sequel di quel forse irripetibile caso editoriale che è stato “Cuori neri”, incentrato sulle storie di 21 omicidi di giovani promesse della destra italiana avvenuti durante gli anni di piombo.

Un volume che non risponde solo alle critiche e alle polemiche del suo predecessore, ma che riprende soprattutto il filo di un discorso evidentemente interrotto, nel quale vengono svelati inediti retroscena e nuove testimonianze su quel periodo consumato dai drammatici scontri tra la sinistra rivoluzionaria e la destra eversiva. Una fascia storico-politica, quella che va dalla strage di piazza Fontana a quella di Bologna, che risulta fortemente ancorata all'attualità, dato che molti di questi personaggi ricompaiono nell’inchiesta di Mafia Capitale.

Molti sprovveduti potrebbero pensare che questo libro, al pari del suo capitolo precedente, sia stato scritto proprio con la «mano sinistra», data la sua lunga militanza nel partito di Rifondazione Comunista e le sue note collaborazioni per testate come Il Manifesto e L’Unità. E gli stessi, di conseguenza, potrebbero quasi scandalizzarsi per la sua presenza a questo evento organizzato dal circolo vastese di Fratelli d’Italia-An, introdotto dai saluti di Marco Di Michele Marisi e di Vincenzo Suriani, rispettivamente portavoce cittadino e capogruppo in Consiglio comunale del partito di Giorgia Meloni, e moderato da Etelwardo Sigismondi, coordinatore regionale dello stesso partito.

Telese, evidentemente, non era nella tana del nemico, tutt’altro. E non lo dice soltanto la sua auto-definizione di «comunista italiano a lungo impegnato in un giornale di destra» (nella fattispecie Il Giornale, per il quale ha lavorato dopo aver raccolto la provocatoria sfida lanciatagli da Pietrangelo Buttafuoco). Ci tiene a sottolinearlo lo stesso giornalista e conduttore televisivo, rispondendo a un commentatore social che aveva promesso di «dirgliene quattro per essere venuto a Vasto a parlare con i fascisti». Del leone da tastiera, invocato da Telese durante le battute finali della presentazione, neanche l’ombra: «Provocazioni come queste meriterebbero soltanto una pernacchia», dice.

Il suo libro, d’altronde, «è l’unico luogo in cui Roberto Grassi e Sergio Ramelli possono stare di nuovo insieme». “Cuori contro” supera ampiamente le pretestuose e pretenziose distinzioni tra destra e sinistra legando cuori “neri” e “rossi”, eroi e terroristi, buoni e cattivi, vittime e colpevoli tramite un unico filo conduttore, quello di tenere viva la memoria di chi quelle storie le ha vissute sulla sua pelle e delle loro famiglie, anche perché i testimoni diretti di quelle vicende scompaiono con il passare del tempo. Si va da Massimo Carminati, «la cui figura nasce proprio in quel periodo, non è mica venuto da Marte», al leader del movimento neofascista Terza Posizione Nanni De Angelis, processato con l'accusa di essere uno degli esecutori materiali della strage di Bologna e risultato innocente soltanto a sei anni di distanza dalla morte avvenuta nella sua cella del carcere di Rebibbia. 

«Pensavo potesse interessare a molti l’incredibile ondata di umanità scaturita da queste vicende», spiega Telese all’interessata platea, alla quale racconta anche qualche aneddoto che ha caratterizzato la stesura del volume edito da Sperling & Kupfer. Al termine della presentazione, il giornalista non si sottrae alla domanda di attualità politica postagli da Sigismondi: «Il renzismo? È finito, ha le ruote sgonfie. Tutto il centrosinistra ormai è esploso». E poi invita caldamente i tecnocrati ad «andare a casa. Giorni fa hanno fatto vedere alla Fornero un film sugli esodati (“L’esodo”, ndr). E indovinate? Si è messa a piangere anche lì, giustificandosi di essere stata un’ingenua e adducendo che le ultime righe della sua legge in realtà le avesse scritte Monti. Queste persone non possono gestire le nostre vite».

Telese lascia poi un barlume di speranza alle nuove generazioni, alle quali il libro è forse maggiormente rivolto: «Il nostro paese dà il meglio di sé quando tocca il fondo. Dopo la notte degli anni di piombo, infatti, In Italia è sorta l’alba». Una considerazione che fa correre il pensiero alla vicenda narrata da Telese di Valerio Verbano, ragazzo di soli 16 anni e militante di Autonomia Operaia assassinato in casa sua il 22 febbraio 1980 da tre aggressori del nucleo fascista dei Nar. La madre, legata con del nastro adesivo in camera da letto insieme al marito, non potette fare nulla per evitare la morte del figlio. Una volta liberata, andò sul balcone di casa per farla finita. All’ultimo istante, fortunatamente, ebbe un ripensamento che le permise sia di aver salva la vita, sia di aiutare a far luce su una delle vicende più oscure e tristi degli anni di piombo. Che è esattamente quello che Telese si è prefisso di fare con "Cuori contro", riuscendo efficacemente nello scopo.

Di seguito, la nostra intervista a Luca Telese. Foto e video di Nicola Palma Ucci.

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