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NUOVI PARTICOLARI SUL SEQUESTRO PREVENTIVO AL RESIDENCE 'BUYSELL' EX PANORAMIC E I LEGALI DELLA SOCIETA' RICORRONO AL RIESAME

a cura della redazione
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E' a conclusione di lunghe, articolate e complesse indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica di Vasto Francesco Prete e coordinate dal sostituto procuratore Irene Scordamaglia che su “ordinanza di sequestro preventivo” emessa dal Gip del Tribunale di Vasto Caterina Salusti i Carabinieri della Compagnia di Vasto hanno apposto i sigilli al cantiere edile del meglio noto residence 'Buysell', ex Hotel Panoramic, ndella centralissima Via Smargiassi a Vasto. L’accusa, a carico dei quattro indagati (il rappresentante legale della società proprietaria dell’immobile, il direttore dei lavori, l’ex dirigente dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Vasto e il rappresentante della ditta esecutrice dei lavori) è di “abuso edilizio in concorso, per evidenti violazioni delle norme urbanistiche”. Secondo la Procura della Repubblica, la violazione, da cui è scaturito il sequestro, consisterebbe nel mancato rispetto delle norme del Testo Unico sull’Edilizia. In particolare, l’intervento edilizio non può essere considerato “ristrutturazione” in quanto per essere tale, avrebbe dovuto conservare stessa sagoma e stessa volumetria dell’edificio preesistente. La legge, infatti, negli interventi di ristrutturazione, consente anche la demolizione e la successiva ricostruzione di un edificio, a condizione che venga realizzato un edificio “identico” a quello preesistente. Rispetto all’Hotel Panoramic, invece, è stato accertato che la nuova costruzione presenta l’aggiunta di tre piani, diversamente distribuiti, con un’altezza passata dagli originari metri 8,50, agli attuali metri 14. Vengono contestate, inoltre, agli indagati l’inosservanza delle distanze dalla strada e dagli altri confini e l’omissione nel computo degli effettivi volumi edificati. Nel corso delle indagini, sottolinea il capitano dei Carabinieri di Vasto, Giuseppe Loschiavo, è altresì emerso che con il permesso a costruire rilasciato dal Comune è stato autorizzato un indice di edificabilità pari a 7 metri cubi per metro quadrato, indice sproporzionato rispetto a quelli normalmente previsti dalle leggi in materia. Nel novembre scorso il cantiere era già stato sequestrato dalla locale Procura della Repubblica in quanto, a seguito di un esposto presentato da alcuni cittadini, era stato accertato che il permesso a costruire era mancante del nulla osta della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Regione Abruzzo, essendo l’area interessata dalla costruzione sottoposta a vincolo archeologico. Gli indagati fecero ricorso al Tribunale del Riesame di Chieti contro l’ordinanza di sequestro preventivo del Tribunale di Vasto. Il Tribunale del Riesame accolse il ricorso e ordinò il dissequestro del cantiere. In sostanza la Soprintendenza sanò l’illegittimità rilasciando un nulla osta secondo il quale non era stato arrecato alcun danno al patrimonio archeologico in quanto, se qualche “bene” ci fosse stato, questo sarebbe stato distrutto dalla realizzazione del preesistente edificio. Con l’attuale sequestro, conclude Loschiavo, agli indagati vengono contestate responsabilità più gravi del mancato rispetto del vincolo archeologico, trattandosi della violazione di leggi urbanistiche. Il legale della società Buysell presenterà un nuovo ricorso al Riesame: "Forniremo la documentazione che dimostra il rispetto di vincoli e planimetrie", specifica l'avvocato Giovanni Cerella.
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