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A Fosso Marino durante la Seconda guerra mondiale sia i tedeschi che gli inglesi non hanno compiuto scempi

Prof. Murolo: “Fosso Marino non è una fogna ma un vallone, fino dalla fine dell’Ottocento”

Redazione
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Il professor Luigi Murolo sulla sua pagina Facebook parla da un punto di vista storico di Fosso Marino, molto discusso in questi giorni.

“Durante l’occupazione inglese di Vasto (1943-44), la RAF (Royal Air Force) impianta un campo d’aviazione sulla spiaggia in funzione della Battaglia del Sangro, utilizzato anche per un breve periodo nel 1944.

Gli inglesi avrebbero potuto tranquillamente spianare le dune di Vasto Marina. Ma stranamente son rimaste tali fino ai giorni nostri. Con una breve documentazione fotografica originale proveniente in larga parte dall’Imperial War Museum di Londra, vediamo come avevano organizzato il tutto.

1. Nella spiaggia imbiancata di neve, le tende risultano insediate in modo interdunale. Le dune risultano integre.

2. Anche durante il periodo primaverile, le dune non subiscono danni rilevanti.

3. La contraerea viene piazzata sulla spiaggia. La protezione avviene con sabbia.

4. I mezzi anfibi si muovono sulla battigia.

5. I Carri pesanti si muovono tra battigia e mare.

6. Gli aerei stazionano sulla spiaggia. Nel retro si intravedono le dune.

7. Un aereo al decollo dalla spiaggia.

8. Un aereo atterra sulla spiaggia.

9. Un aereo si ribalta sulla spiaggia senza intaccare le dune.

Che cosa significa tutto questo? Che anche durante il Secondo conflitto mondiale – nella fase più cruenta – i genieri inglesi hanno mantenuto nel modo migliore possibile la natura. Ma tutti i genieri operano in questo modo. In tutte le parti del mondo. Anche in caso di guerra, i genieri cercano di salvare il possibile.

E ciò a differenza dei civili. Un esempio? Il Fosso Marino non è stato toccato. Hanno utilizzato solo ciò che serviva. Solo in tempo di pace si commettono gli scempi. 

Certo, Monte Cassino è stata rasa al suolo. Ortona, rasa al suolo, Stalingrado nemmeno una casa all’in piedi (tanto per citare qualche caso. Ma lì si è combattuto all’ultimo sangue. A Stalingrado la radio sovietica martellava in russo: «Ogni sette secondi muore un soldato tedesco. Stalingrado, tomba dei tedeschi»). Nelle retrovie si cercava di salvare il possibile (non sempre, ovviamente). Da questo punto di vista, Vasto ha subito pochissimi danni. E solo a Vasto Città, ad opera dei tedeschi (fig. 10).

Tutto si può dire. Ma lo scempio di Fosso Marino non è stato compiuto dai tedeschi, né dagli inglesi. Tutti conoscono quel vecchio e celebrato detto in latino che recita: «Quod non fecerunt Barbari, fecerunt Barberini». I nostri Barberini li conosciamo.

Un’altra osservazione. Il Fosso Marino non è una fogna, ma un vallone fin dalla fine dell’Ottocento – zona proto-industriale di Vasto – utilizzato come discarica di liquami. Le esalazioni di olio esausto e zolfo rendevano l’aria irrespirabile. Oggi sono gli scarichi abusivi delle abitazioni a rendere puteolente il corso d’acqua. Ma nessun provvedimento di bonifica è stato mai preso (dunque, non si chiami fogna ciò che non è). Chissà se il vallone puzzerà durante l’eventuale concerto!

Un’ultima considerazione. La rigida disciplina militare di guerra poteva consentire un ordine naturale tra spiaggia e ambiente dunale. Quella contemporanea, quali garanzie offre? Lo sapremo prossimamente su questo schermo!”

 

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