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«Esiste una rete di associazioni sul territorio che può fare la differenza»

In occasione della Giornata mondiale del volontariato pubblichiamo alcune riflessioni di Annalisa Giuliani, scrittrice e docente

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Il 5 dicembre viene celebrata la “Giornata mondiale del volontariato”,  data designata nel 1985 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per riconoscere il lavoro, il tempo e le capacità dei volontari in tutto il mondo.

Il 25 novembre scorso, in occasione della Giornata per l’eliminazione delle violenze contro le donne, la docente e scrittrice Annalisa Giuliani – autrice dei libri “L’amore coniugato” e “Contrappunto a quattro voci” – è stata protagonista dell’incontro sul tema “Violenza di genere” all’Istituto Agrario di Scerni insieme con il giornalista Nino Fezza. Una delle occasioni in cui ha presentato il libro “Contrappunto a quattro voci”, le altre sono avvenute in vari comuni della provincia di Chieti organizzate da associazioni, pro loco e altri gruppi. «Sono state occasioni di incontrare tantissime persone, di confronto, di racconto collettivo – ci ha raccontato la professoressa Giuliani - Ci sono stati momenti in cui alcune donne si sono raccontate. Per conoscere realtà del nostro territorio come i centri anti-violenza, il presidio di Libera Tornareccio (intitolato alla memoria del poliziotto che scoprì la Terra dei Fuochi Roberto Mancini), l’Azione Cattolica di Scerni, assessori alle politiche sociali e associazioni diverse».

«Esiste – sottolinea nell’intervista che ci ha rilasciato - una rete di associazioni sul territorio che può fare la differenza, che può costruire un mondo alternativo».

Una rete importantissima in un periodo storico come quello attuale?

« Anche la pandemia ci ha allontanato, abbiamo invece tutti bisogno di socialità, di stare in spazi fisici, di tornare a parlare e dialogare, su temi importanti come il contrasto alla violenza contro le donne. Un’esigenza che è molto sentita. Il confronto e il dialogo sono sempre occasioni per arricchirsi. Incontri reali, ancora più importanti in un’epoca in cui spesso dialoghiamo con una tastiera sui social, anche purtroppo involgarendo la parola convinti che dietro una tastiera possiamo scrivere qualsiasi cosa. Con gli incontri reali invece ci si ritrova e riconosce. Mi piacerebbe poter continuare a presentare il libro anche per poter continuare ad incontrare persone».

Le presentazioni del libro hanno varcato anche i confini dell’Abruzzo, un’esperienza particolare e significativa è avvenuta nelle Marche, ce la racconta?

«A Pesaro ho presentato il libro con l’associazione “Persona Gentile” che promuove la rivoluzione del buon esempio. Persone che hanno l’obiettivo di diffondere gentilezza e buon esempio, per loro chi fa del bene lo deve comunicare. Così da creare un circuito virtuoso che porti alla gentilezza e al buon esempio. Queste presentazioni sono state così occasione per scoprire realtà diverse che sicuramente arricchiscono».

Quella di Pesaro è un’esperienza probabilmente unica in Italia, nata nel novembre 2017. “Persona gentile vuole essere una iniziativa civica trasversale, oltre le religioni, estrazione sociale, l'orientamento sessuale, le razze, i partiti, l'influenza economica, l'età, la provenienza, la geografia, la cultura – si legge nel manifesto fondativo - Gentilezza è sinonimo di bellezza dell'animo, perché ci permette di coglierla nelle altre persone, di vederla e percepirla anche in chi ci circonda”. La bellezza nella vita delle persone, è la riflessione dei soci fondanti, “è importante, essa ci permette di rendere la vita più sopportabile, anche nei momenti di maggiori difficoltà, ci permette di rimanere sensibili e capaci di aprirci senza confini”. Una visione, scrivevano quattro anni fa, che si sta perdendo e loro vogliono “recuperarla e rafforzarla” promuovendo “un atteggiamento aperto, positivo, amichevole ed empatico”. A Pesaro dal febbraio 2020 esiste addirittura un assessorato alle gentilezze e nel settembre scorso l’amministrazione comunale ha adottato il “Protocollo per la comunicazione gentile”.  

 

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