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Prestazioni sanitarie in calo, cassa integrazione per 276 dipendenti alla Fondazione Mileno

Le organizzazioni sindacali: "Non è più tollerabile scaricare ogni volta tutte le difficoltà sulle spalle dei lavoratori"

redazione
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Intervento delle segreterie territoriali e dei rappresentanti sindacali aziendali di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Fpl-Uil sulla situazione in atto alle strutture della Fondazione Padre Alberto Mileno di Vasto Marina relativamente alle procedure di attivazione della cassa integrazione per un numero complessivo di 276 dipendenti.

"Mentre la carenza di infermieri e OSS si fa sentire nelle strutture socio sanitarie-RSA a livello nazionale e nella della nostra regione - si legge nel documento diramato agli organi di informazione -, nella Fondazione P.A.Mileno si assiste ad un vero paradosso: la stessa, guidata dal suo Direttore Generale Padre Franco Berti e dal suo Direttore Amministrativo Dott. Francesco Nardizzi, ha deciso di attivare la cassa integrazione (FIS) per 276 dipendenti.

Riteniamo che questa non può essere considerata una soluzione valida poiché ci dovrebbe essere, come più volte richiesto, la volontà della Fondazione di attivare un vero tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e affrontare i temi della crisi congiuntamente, anche attraverso soluzioni innovative e alternative, come più volte da noi evidenziate.

Dunque non comprendiamo l’atteggiamento di chi pensa di amministrare una struttura sanitaria convenzionata come una qualsiasi attività commerciale, dove se mancano i clienti, mancano gli incassi e quindi, si procede all’utilizzo degli ammortizzatori sociali pagati dalla collettività.

Non è più tollerabile scaricare ogni volta tutte le difficoltà sulle spalle dei lavoratori dimenticando quanto già vissuto nel recente passato, dove gli stessi sono stati messi a dura prova, insieme alle loro famiglie, dalla crisi degli stipendi che è andata anche oltre le tre mensilità consecutive. L’azienda non può nascondersi dietro la scusa della contrazione delle prestazioni dovute dall’emergenza Covid e sulla contrazione del 45% sulle prestazioni extra regionali e pensare che la soluzione dei problemi sia la FIS.

Finita l’emergenza Covid nel mese di dicembre 2021 l’amministrazione ci dovrà dire se i problemi sono risolti o persisteranno anche in futuro. Per noi questo si chiama Programmazione (rigorosamente con la P maiuscola) che dovrebbe anche tener conto e farsi carico di non disperdere e lasciar migrare (verso altre strutture) tantissimi professionisti sanitari che da anni operano nella struttura senza che siano stati adeguatamente valorizzati (come sindacato è una tematica che riproponiamo ciclicamente e assiduamente). Anche su questo nessuna risposta. Anzi è una situazione che rischia di aggravare ulteriormente le prospettive future.

La situazione venutasi a creare in queste settimane ha portato alla chiusura di un reparto in CSSA e un reparto NIA ex art.26, con conseguente blocco dei ricoveri in questi due reparti.

Attendiamo la convocazione dall’assessore regionale Veri e dal Direttore Generale dell’Asl 02, che auguriamo possa avvenire al più presto".

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