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Luigi Cinquina: “L’incendio di Punta Penna ha fatto scoprire i rifiuti lasciati in questi anni”

Tra le necessità: regolamento, tutela e salvaguardia, sviluppo di un turismo naturalistico e destagionalizzato

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Abbiamo tutti nel cuore le immagini dell’incendio di Punta Penna, uno dei più devastanti che abbia mai vissuto la Riserva di Punta Aderci, che ha distrutto la natura incontaminata e selvaggia di uno dei luoghi più suggestivi della Costa dei Trabocchi, una delle spiagge più belle d’Italia. In tanti in questi giorni si sono recati sul posto per rendersi conto, e sono rimasti attoniti da quello che rimane, un’ambiente desolante, la cenere presente ovunque. Quello che si prova è un sentimento misto tra il dolore e la rabbia.

Luigi Cinquina, presidente della sezione di Vasto del C.A.I. Club Alpino Italiano, che da anni si occupa della tutela ambientale ed è membro del comitato per la tutela e valorizzazione del verde urbano di Vasto, nelle foto che ha pubblicato sui social, ha messo in evidenza la presenza della grande quantità di rifiuti, nascosti precedentemente tra la vegetazione: bottiglie, reti, elettrodomestici, mattoni e molto altro. La presenza di tutti questi rifiuti mette in evidenza che la situazione in questi anni è sfuggita di mano, è mancato un controllo rigoroso. Secondo Luigi Cinquina è necessario trovare ora la modalità giusta per tutelare e difendere la riserva, anche con una maggiore regolamentazione. “E’ necessario, dopo questo incendio, far risorgere in modo nuovo la riserva, con la consapevolezza dell’unicità dell’ambiente dunale e dell’ecosistema presente. La ripresa vegetativa della flora della riserva ci sarà, anche se non sappiamo in che rapporto sarà con quella che c’era prima. Erano presenti molte specie, ma non sappiamo se tutte riusciranno germogliare. Il danno ambientale è grandissimo, ma un bilancio si potrà fare solo a fine primavera. “

Servono finanziamenti per le strutture distrutte dall’incendio, per la cartellonistica, per le telecamere e le attrezzature che possono migliorare il controllo della riserva.

Per la riprogettazione della riserva si possono considerare le esperienze positive di altre riserve italiane, che consentono di usufruire delle realtà naturalistiche anche a pagamento, per un miglioramento della gestione e dei servizi offerti agli utenti.

30 anni fa, ricorda Luigi Cinquina, era nel direttivo del WWF e ha partecipato ai lavori che hanno permesso poi nel 1998 di istituire la riserva come ente regionale con un gruppo di esperti.  All’epoca la Riserva non era conosciuta come oggi, neanche dopo il 1998. E’ solo recentemente che, grazie ad una pubblicità locale, regionale e in tutt’Italia, tantissime persone hanno imparato a conoscere la riserva. Ci sono molti turisti che vengono a Vasto solo per apprezzare la riserva. Sono stati importanti il passa parola, le foto pubblicizzate nei social, le varie pubblicità. Tutto questo ha portato al boom eccessivo di presenze di questi ultimi anni, senza un senso comunitario di tutela e salvaguardia.

Dice Luigi Cinquina che la tutela dell’ambiente può essere un volano per l’economia del nostro territorio. Ci potrebbe essere un turismo destagionalizzato per i tantissimi amanti del birdwatching che nella riserva in autunno e a primavera potrebbero osservare le migrazioni degli uccelli, o naturalistico per chi ama la natura incontaminata.

In tutto questo discorso non ci si può dimenticare del simbolo della riserva: il Fratino, il piccolo uccellino che ama nidificare in mezzo alla vegetazione della duna. La presenza del Fratino è un ottimo indice dello stato di salute dell’intero ecosistema della zona in cui si trova. Ogni volta che c’è il nido del Fratino significa, insomma, che si tratta di una spiaggia correttamente tutelata e conservata. “Il fratino”, dice Luigi Cinquina, “non è quindi un ostacolo che impedisce azioni ed eventi, ma un elemento importantissimo che oltre ad essere salvaguardato può essere sfruttato per un’immagine di qualità del territorio.” Potrebbe essere uno degli elementi che potrebbe consentire ad esempio la Bandiera blu alla città di Vasto. Per il 2020 la bandiera blu l’ha presa solo la spiaggia di Punta Penna e Vignola.

La cosa positiva, continua Luigi Cinquina, è che in questi mesi si è incrementata una maggiore sensibilità ambientale, è nato il Comitato per la valorizzazione e tutela del verde pubblico, a seguito del taglio dei pini al quartiere San Paolo, con una partecipazione sempre più ampia, sia alla raccolta di firme per l’approvazione del regolamento del verde urbano, che alle varie iniziative proposte, come la passeggiata negli aranceti e orti di Vasto, birdwatching e alberi della Riserva. Dice Luigi Cinquina che il Comitato è partito dal Verde pubblico per arrivare alla riserva di Punta Aderci, alle aree sic di Vasto Marina, ad altre problematiche ambientali presenti nel territorio vastese. Si sta discutendo in questo periodo se è il caso di ampliare la partecipazione con argomentazioni diverse oppure creare un altro comitato più allargato e lasciare a questo la tematica ristretta del verde pubblico.

C’è sicuramente la richiesta di regole, di qualità e vivibilità della città. C’è un’attenzione e sensibilità sempre più elevata verso il verde urbano. Rispetto a questo tema va ricordato che la priorità è la sicurezza e l’incolumità del cittadino, ma ci sono studi di agronomi e ingegneri, architetti che tendono ormai a salvare la vita dell’albero, tenendo conto della sicurezza delle persone, considerando poi che l’albero ha un valore economico di migliaia di euro, e questo deve essere un elemento importante nella valutazione del problema. Vivere in una città in cui il verde pubblico è incrementato darebbe dei grandissimi vantaggi, nel microclima cittadino, nella riduzione dell’inquinamento atmosferico, nella riduzione della C02 e cosa non di poco conto nella mitigazione della temperatura.

Foto di Luigi Cinquina

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