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EMERGENZA IDRICA ED EMERGENZA FRANA, UN GRIDO D'ALLARME

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''L'emergenza idrica e l'emergenza frana a Vasto sono due gravi problemi individualmente ben noti, ma la loro stretta interconnessione è rimasta in ombra''. È quanto precisa e dimostra con dati alla mano Gaetano Antonucci, architetto vastese residente a Roma, che ha già inviato due appelli al sindaco di Vasto, esortando l'Amministrazione comunale a voler prendere in considerazione i due sos per Vasto. Antonucci analizza i dati forniti alla stampa dalla Sasi sugli interventi di riparazione di condutture idriche colabrodo effettuati in un anno a Vasto (ben 600) e sui nuovi allacci all'acquedotto (circa 100 ogni mese), ma prende in esame anche i 600 cantieri edili attivi nel territorio di Vasto e le 400 richieste inoltrate nel solo mese di giugno per la realizzazione di nuove costruzioni. Cifre da capogiro! ''Eccezionale sviluppo edilizio - precisa Antonucci - significa eccezionale incremento sia demografico sia, di conseguenza, del fabbisogno di acqua, la quale va perciò recuperata con mirati interventi per eliminare gli sprechi. Ma in un Comune in cui l'acqua è già cronicamente razionata, perché le reti colabrodo ne sprecano la metà, come può conciliarsi uno sviluppo edilizio da capogiro con una prassi routiniera di semplici rattoppi delle condotte? Inoltre, supposto che le 600 riparazioni annue siano costate una media di 2.000 euro ciascuna, il loro costo totale dovrebbe essere ammontato a 1.200.000 euro. Con tale spesa, quante condotte logore avrebbero potuto essere integralmente sostituite?''. Non basta: soprattutto nel centro storico, sono ancor più colabrodo delle reti idriche le vecchie fognature. ''Queste - spiega l'architetto - disperdono almeno metà del trasportato, che è fatto di acqua piovana e di acque nere. I dissesti in via Adriatica la dicono lunga sullo stato di reti idriche e fognature di quella zona. Le loro dispersioni intridono il sottosuolo arenarico di via Adriatica e vanno a preparare un bis della frana del 1956, come si capirà all'improvviso, quando esse avranno raggiunto lo strato di argilla. Se si continua ad ignorare l'esigenza di radicali rinnovi di reti idriche e fognature nel centro storico, avremo sempre più drastici razionamenti d'acqua e finiremo con lo spalancare le porte alla frana''.
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