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Patrimonio pubblico cittadino e 'disparità di trattamento'

La lettera aperta di Ivo Menna (La Nuova Terra)

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Nel patrimonio cittadino, oltre a decine di immobili e decine e decine di ettari di terreni, figurano alcune strutture importanti dal punto di vista culturale e architettonico, tutte all’interno di Palazzo d’Avalos, dove si contano: il Museo Archeologico, la Pinacoteca, le Sale Michelangelo e Colonna, i Giardini napoletani.

In una delibera di Giunta Municipale n. 82 del 28 marzo 2012, presieduta dall’ex sindaco Lapenna, si stabiliva che chiunque volesse usufruire di queste strutture per vari motivi avrebbe dovuto corrispondere una cifra al Comune di Vasto, cifre abbastanza contenute sull’ordine di 200/300 euro. Nella stessa delibera si aggiungeva anche il Teatro Rossetti al cui direttore artistico dal 2007, senza soluzione di continuità, esclusa la parentesi breve di un bando pubblico perso da Bellafronte a favore di altro concorrente, era stato affidato la gestione artistica, naturalmente con compensi molto, ma molto generosi.

Ma di questo parleremo nei prossimi giorni.

In questa delibera di giunta si imponeva, a chiunque ne volesse usufruire, il costo di 1.000 euro. Dico 1.000 euro! Una sproporzione rispetto alle cifre richieste per i Giardini e la Pinacoteca! Una cifra talmente sproporzionata che nessuna associazione culturale si potrebbe permettere di pagare poiché, si sa, le associazioni culturali vivono con le generose autotassazioni dei soci e delle poche entrate dovute alle iniziative. La motivazione di questa sproporzione risiede nel fatto che si è voluto ancora una volta costruire attorno al direttore artistico da ben 10 anni una cintura di protezione ad oltranza impedendo a chiunque la richiesta del Teatro.

Nessuna associazione quindi ha potuto dal 2012 mese di marzo richiedere l’utilizzo del Teatro Rossetti, nel silenzio di ogni associazione, silenzio tipico di chi ormai si è assuefatto al regime. E pensare che sono molte decine le associazioni che tentano di introdurre novità culturali in questa città, ma sostanzialmente non avendo luoghi per diffondere il loro messaggio civile e culturale, sono costretti al silenzio!

Io penso che la nuova amministrazione dovrà presto rivedere questa situazione e cancellare questa disparità di trattamento oltreché rivedere la gestione artistica del Teatro Rossetti, monopolizzato da 10 anni e che risponde solo a criteri di interessi personali e di scambi tra gruppi musicali e lo stesso direttore artistico. In questo escludendo la intera città, che pure contribuisce con le tasse al mantenimento di questa struttura non potendone usufruire per nulla in quanto il Teatro Rossetti non ha capienza se non per massimo 150 persone che pagano un salato biglietto e abbonamento. Per chi non può pagare, resta comunque la beffa che una piccola tassa deve pagarla per il mantenimento del teatro e per il godimento di una classe sociale di pochissimi vastesi.

                          Ivo Menna, ambientalista storico de La Nuova Terra

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