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Alla foce del Buonanotte, tra sicurezza e igiene carenti e illegalità diffusa

Denuncia per le condizioni stagionali del punto che segna il confine tra Vasto e San Salvo

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A metà strada tra la capanna dello zio Tom e le palafitte del delta del Mekong.

E’ così che appare, agli occhi dell’ignaro vacanziero a spasso sulla spiaggia, la foce del torrente Buonanotte, che segna il confine tra Vasto e San Salvo.

Nella boscaglia, tra le canne, in questa specie di jungla che avvolge la parte finale del torrente, vivono, infatti, numerosi extracomunitari (clandestini, profughi o chissà che altro) che tutte le mattine, dopo le consuete abluzioni nel ruscello, abbandonano i tucul di canne e cartoni e iniziano la loro giornata di lavoro, montando le mercanzie su improbabili carrettini che poi si dirigeranno verso i lidi e gli stabilimenti di Vasto e San Salvo.

La situazione è da denunciare per una serie di motivi. In primo luogo, la sicurezza. Cosa sappiamo di queste persone? La polizia urbana è al corrente di ciò? Le forze dell’ordine conoscono questa indecorosa storia? Possibile che nessuno, finora, si sia occupato di censire e dare un ricovero dignitoso a queste persone?

Vi è poi la questione igienico-sanitaria, che in piena stagione turistica, non dovrebbe essere assolutamente sottovalutata. Inoltre, esiste una evidente inosservanza delle leggi, con queste mercanzie che spesso vengono sequestrate dai Carabinieri e dalle forze dell'ordine in genere, ma che poi magicamente si riproducono chissà dove.

Infine, vi è la questione turistica: né Vasto né San Salvo hanno da guadagnare in questa situazione. Quale turista sceglierebbe di ritornare qui, se dovesse permanere lo status quo?

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