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Un vincolo della Soprintendenza 'per salvare l'ex asilo Carlo Della Penna'

La proposta dell'ex assessore alla Cultura Francescopaolo D'Adamo

redazione
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Un vincolo della Soprintendenza abruzzese per l'ex asilo Carlo Della Penna.

L'invito arriva dall'ex assessore comunale alla Cultura, Francescopaolo D'Adamo, e si inserisce nell'alveo del dibattito, riaccesosi ultimamente in città, sul destino della struttura di via Madonna dell'Asilo. Un modo, questo, sottolinea D'Adamo, per scongiurarne l’abbattimento ed avviare un'azione di serio recupero dell'immobile, senza che ne venga stravolta la base.

Recentemente, discutendo della questione in Consiglio comunale, è spuntata l'ipotesi dell'abbattimento della sede con costruzione di un nuovo complesso scolastico grazie anche all'apporto di capitali privati. Una soluzione, questa, che viene osteggiata dal comitato a difesa costituitosi per l'ex asilo (formato dalle associazioni cittadine Vasto Libera, Italia Nostra e Porta Nuova) e che lo stesso D’Adamo non esita a definire “catastrofica e scellerata”.

Un modo per salvare l’ex asilo c’è, secondo l'ex assessore-architetto: “Si potrebbe chiedere, meglio sarebbe pretendere – dice -, il vincolo alla preposta Soprintendenza o anche al Ministero per i Beni e le Attività culturali. Ottenuto il vincolo, una qualsiasi amministrazione comunale accorta potrebbe intervenire per il recupero e il rilancio della struttura. L’asilo Carlo Della Penna – aggiunge - è stato costruito negli anni Cinquanta. Ha una sua linea architettonica tipica e rappresentativa di quel periodo, presenta opere d’arte nate per essere collocate in quel luogo e non altrove, è immerso in un polmone verde di cui è parte integrante, rappresenta il sentimento e la volontà di un mecenate e di tutti gli emigranti che non hanno mai dimenticato il luogo natio, rimane nel ricordo di migliaia di cittadini vastesi non solo come asilo d’infanzia, ma anche come luogo di aggregazione culturale. Purtroppo c’è, già da molti anni, una volontà di accaparramento dell’area, non legata a idee di sviluppo, a perfezionamento urbanistico o a precise idee ponderate, ma solo legata ad una solita, selvaggia, untuosa, melmosa speculazione edilizia. Ad essere cattivi sono convinto che esista già un progetto, firmato dalla solita ditta, buona per ogni amministrazione. I comitati e chiunque altro ha a cuore le sorti del Della Penna – conclude - dovrebbero tentare la strada da me proposta”.

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