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Goletta Verde a Vasto e la costa 'sotto scacco delle compagnie petrolifere'

Illustrati dati e numeri del dossier ‘Per qualche tanica in più’

a cura della redazione
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Fabbisogno per sole 8 settimane con il petrolio, agognato e nascosto, sotto il mare italiano, per un totale di 9,778 milioni di tonnellate.

Una quantità che, stando ai dati sui consumi nazionali (59 milioni di tonnellate in Italia nel 2013), sarebbe sufficiente a risolvere il nostro fabbisogno petrolifero per due mesi.

Dati evidenziati ieri mattina a Vasto, a bordo di Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente che ha fatto scalo per due giorni al porto di Punta Penna nel corso di una conferenza stampa alla presenza dei rappresentanti di Legambiente, del sindaco Luciano Lapenna e del comandante del Circomare Giuliano D’Urso

“Basterebbero questi numeri – viene evidenziato dagli attivisti dell’associazione - a dimostrare l’assurdità della scelta energetica che il Governo italiano si ostina a portare avanti. La ricerca di greggio del mare italiano più che l’elemento determinante per giocare un ruolo decisivo nel dibattito energetico internazionale, come sostiene il premier Matteo Renzi, sembra piuttosto l’ennesimo regalo alle compagnie petrolifere che hanno trovato nel nostro Paese un vero Eldorado. Poco importa se Comuni, Regioni e cittadini sono contrari a svendere il loro mare per pochi spiccioli. Anche sull’occupazione il confronto non tiene. Investire in efficienza energetica e fonti rinnovabili porterebbe nei prossimi anni i nuovi  occupati a 250 mila unità. Ossia più di 6 volte i numeri ottenuti grazie alle nuove trivellazioni”.

Rilevazioni e numeri sono contenuti all’interno del dossier “Per qualche tanica in più” che Legambiente ha presentato ieri mattina proprio a Vasto, chiedendo a Governo e Parlamento di rivedere le scellerate scelte politiche in materia energetica e che venga “ridata voce e possibilità di scelta ai territori e alle popolazioni interessate dalle richieste di estrazioni avanzate dalle compagnie petrolifere”.

CAMBIANO I GOVERNI, NON LE STRATEGIE – “Cambiano, almeno formalmente, i Governi ma la logica resta sempre la stessa: favorire le compagnie petrolifere e mettere in serio pericolo una delle risorse più importanti che abbiamo nel nostro Paese – ha detto Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente -. Una scelta insensata come dimostrano i risibili quantitativi di  petrolio in gioco. Lo stesso premier Renzi continua a sbandierare un rilancio delle estrazioni come incremento dell’economia e dell’indipendenza energetica nazionale, quando a richiedere permessi di ricerca e di estrazione sono per lo più compagnie straniere. Invece di ragionare su come aumentare la produzione di petrolio nazionale, avremmo potuto mettere in campo adeguate politiche di riduzione di combustibili fossili. Ad esempio utilizzando i circa 4 miliardi euro che ogni anno ‘regaliamo’ al settore dell'auto trasporto, come avvenuto nell’ultimo decennio, per una mobilità nuova e più sostenibile.

‘OMBRINA MARE’ – Non poteva mancare l’interessamento a ‘Ombrina Mare’, la piattaforma che dovrebbe sorgere, su progetto della Medoilgas Italia, a sole 3 miglia dalla costa dei trabocchi. “Sulle criticità del progetto e del suo iter autorizzativo siamo già intervenuti più volte negli ultimi anni in maniera puntuale evidenziando le carenze e il non senso di avviare un’attività estrattiva di questo tipo – sottolinea Francesca Aloisio, di Legambiente Abruzzo -. Anche l’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando nell’estate scorsa aveva posto uno stop all’iter autorizzativo, contro il quale la società aveva ricorso al Tar. Al momento è quindi in fase di autorizzazione l’Aia, su cui Legambiente e WWF hanno presentato proprio in questi giorni le loro osservazioni. L’auspicio è che la Commissione Via nazionale sappia dare il giusto peso alle tante problematiche che le nostre osservazioni e le altre presentate, comprese quelle elaborate dalla Regione Abruzzo, hanno evidenziato. Non ci sono i termini di sicurezza, sul piano ambientale, per giustificare un simile insediamento che peraltro, come già ampiamente dimostrato, sarebbe deleterio anche sul piano economico danneggiando direttamente e indirettamente le principali potenzialità del territorio. Tutto questo per petrolio di pessima qualità e di quantità trascurabili con una ricaduta locale (royalties) che si traduce, nella media della produzione del giacimento, in mezza tazzina di caffè all’anno per ogni abruzzese”.

ROMPERE CON IL PASSATO – “Altro che petrolio”, è il messaggio conclusivo di Legambiente con Goletta Verde a Vasto: “Se veramente si vuole rompere con il passato e giocare un ruolo strategico nel dibattito energetico nazionale e internazionale sono ben altri gli investimenti da fare e i numeri su cui puntare. Lo dimostrano i numeri del rapporto Comuni Rinnovabili di Legambiente, dal quale risulta che oggi in Italia ci sono 2.629 Comuni autonomi rispetto ai consumi elettrici ed oltre 700 mila impianti che producono energia da fonti rinnovabili che hanno garantito il 32,9 % dei consumi elettrici e il 15% di quelli complessivi nel 2013”.

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