Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Nuove piattaforme in mare? 'Basta scontri politici'

L'intervento di Eliana Menna (IdV)

a cura della redazione
Condividi su:


"Basta scontri politici sul rilascio o l’ampliamento di concessioni petrolifere": è quanto auspica Eliana Menna, consigliere provinciale dell'Italia dei Valori, candidata alle prossime elezioni regionali.

La questione delle piattaforme e perforazioni in Adriatico - dice - interessa tutti i cittadini abruzzesi, indipendentemente dalla collocazione politica. A nulla serve e nulla risolve, quindi, l’attacco al governo Renzi insediatosi soltanto pochi mesi fa. E’ necessario trovare delle soluzioni, oltre che sul piano politico, anche su quello normativo. Infatti, la legge vigente non esclude la possibilità di installazioni petrolifere in mare ma pone soltanto alcune limitazioni".

La disciplina di riferimento, scende nello specifico Menna, è contenuta nel comma 17 dell’art. 6 del D.Lgs 152/2006 (Codice Ambiente). Detto comma è stato introdotto dal D.Lgs 128/2010 (Decreto Prestigiacomo) e poi modificato in parte dal D.Lgs 83/2012 (Decreto Sviluppo). Il vecchio ed il nuovo testo sono simili, la differenza sostanziale è che la modifica apportata dal governo Monti salva i procedimenti concessori in corso e quelli connessi conseguenti. La legge prevede attualmente che, ai fini di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare:

1) all'interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni dell'Unione europea e internazionali;
2) nelle zone di mare poste entro dodici miglia dalle linee di costa lungo l'intero perimetro costiero nazionale e dal perimetro esterno delle suddette aree marine e costiere protette.

La legge 9/1991 prevede che il rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi sia subordinato all’intervento della Regione nel procedimento - “sentita la Regione”. Il permesso di ricerca diventa concessione se si rivengono idrocarburi. Tuttavia, “ove sussistano gravi motivi attinenti al pregiudizio di situazioni di particolare valore ambientale…il permesso di ricerca può essere revocato, anche su istanza di pubbliche amministrazioni o di associazioni di cittadini ai sensi dell'articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241”.
In questo quadro e su questa vicenda è importante essere, almeno a livello regionale, politicamente compatti.

"E’ necessaria - conclude - un’interlocuzione a tutti i livelli istituzionali, la costituzione del Parco della Costa Teatina e un’azione politica mirata alla modifica della normativa nazionale".

Condividi su:

Seguici su Facebook