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Post riforma Province e la necessità della ‘quaresima della politica italiana’

La proposta del presidente Di Giuseppantonio: ‘Indennità da sospendere e da utilizzare per la messa in sicurezza delle scuole’

a cura della redazione
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Una proposta post riforma dello ‘svuotamento’ delle Province: tra i firmatari c’è Enrico Di Giuseppantonio, presidente ancora in carica della Provincia di Chieti: “Siamo pronti a mantenere l'incarico di presidenti anche senza indennità, nonostante le responsabilità che ci gravano addosso, ma a questo punto facciamo nostra la proposta del presidente dell'Unione Province d'Italia, Antonio Saitta, per un grande ‘quaresima della politica italiana’, chiedendo al premier Matteo Renzi di promuovere e approvare un disegno di legge che preveda la sospensione delle indennità fino alla fine dell’anno per tutti gli incarichi pubblici di eletti e nominati e di mettere questi fondi a disposizione per la messa in sicurezza delle scuole italiane: se possiamo farlo noi presidenti e assessori delle Province possono farlo senz'altro tutti gli altri”.

Di Giuseppantonio sottoscrive la dichiarazione unitamente ai colleghi abruzzesi presidenti dell'Aquila, Antonio Del Corvo, di Pescara, Guerino Testa, e di Teramo, Valter Catarra, a margine dell'assemblea convocata d'urgenza sulla base dell’approvazione alla Camera del disegno di legge Delrio sulla riforma delle Province.

“Guideremo gli Enti che abbiamo amministrato fino ad ora anche in questa fase di transizione, come ci viene chiesto dalla legge approvata dal Parlamento – proseguono Di Giuseppantonio e gli altri presidenti – pur consapevoli delle difficoltà e degli enormi problemi che incontreremo. Tuttavia siamo contrari al fatto che questa esperienza amministrativa si chiuderà senza il contributo dei consiglieri provinciali: il ddl Delrio prevede infatti che le funzioni del Consiglio siano attribuite a noi presidenti. Non possiamo accettare ciò anche perché significherebbe creare una sorta di distinzione tra eletti di serie A e di serie B: il voto dei cittadini ha il medesimo valore in tutte le competizioni elettorali democratiche”.

Ulteriori sottolineature, poi: “Abbiamo constatato che i nostri bilanci non hanno risorse sufficienti per garantire servizi importanti quali lo sfalcio delle erbe e, cosa ancor più grave, la pulizia delle strade in caso di neve per la prossima stagione invernale. Se il Governo non prenderà atto di questi gravi problemi e non assumerà decisioni importanti l’Abruzzo rischia l’isolamento, andando contro il principio della libera circolazione sancito dalla Costituzione. Noi abbiamo confermato la nostra piena disponibilità ad assumerci le responsabilità stabilite dal Governo – conclude Di Giuseppantonio – con grande senso del dovere e soprattutto consapevoli delle gravi incombenze connesse, ma credo sia un atto di buon senso riconoscere che tutti dobbiamo contribuire a risollevare le sorti di un Paese che non ce la fa più".
 

LA NOTA DI D’AMICO (PD) – “Il concetto di democrazia partecipata non è un valore proprio di questo Governo e Parlamento, entrambi figli di nessuna investitura democratica – dice Camillo D’Amico, capogruppo del Pd al Consiglio provinciale di Chieti -. Il concetto di gratuità nell’esercizio della funzione poteva essere tranquillamente esteso ai consiglieri provinciali piuttosto che agli assessori che spesso non risultano neanche eletti. La legge è stata approvata e tutta quella parte di opinione pubblica foraggiata quotidianamente e mediaticamente del concetto d’inutilità delle Province sarà contenta e soddisfatta. Finalmente! La verità è che le Province restano in piedi con i loro apparati burocratici, che saranno ulteriormente rafforzati nei loro poteri d’interdizione, i costi non si ridurranno, la confusione di competenze aumenterà ed i cittadini non avranno più alcuna possibilità di poter decidere con il loro diretto e democratico voto chi li dovrà rappresentare. Lo dico e lo affermo non certo per difendere una ‘poltrona’ per nulla remunerativa e politicamente molto scomoda. Si è però così colpito uno dei livelli istituzionali più vicino alle esigenze vere dei cittadini nel loro vivere quotidiano come la sicurezza stradale e l’edilizia scolastica, pur senza dimenticare l’immobilismo e i disastri prodotti nel nostro territorio dall’amministrazione Di Giuseppantonio. Il dato è tratto ed indietro non si torna. Renzi ed il suo governo – conclude D’Amico - non rappresentativi della volontà del popolo elettore abbiano adesso il coraggio di andare avanti e con determinazione nelle altre riforme annunciate e con la calendarizzazione che sì è dato altrimenti, questa riforma delle Province, risulterà solo una colossale buffonata!”

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