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Legge regionale per il cambio di destinazione d'uso, fermento in Consiglio comunale

Al centro dell'attenzione la questione Molino Village. E l'associazione Codici 'battaglia'

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Un esposto alla Procura di Pescara per chiedere il sequestro degli atti e manifesti sui muri per segnalare alla cittadinanza quei consiglieri comunali che approveranno il cambio di destinazione d’uso del Molino Village.

In vista del Consiglio comunale odierno arrivano gli strali dell’Osservatorio Antimafia e dell'associazione Codici. Nel mirino la legge regionale 49 del 2012 che, se applicata, consentirà di “sanare” le irregolarità edilizie contestate dalla Procura all’impresa che ha realizzato l’elegante complesso residenziale in contrada San Tommaso in una zona classificata D4, ossia destinata ad insediamenti turistici.

«È vergognoso che la Regione, chiamata a tutelare gli interessi della collettività, abbia approvato una legge ad hoc per salvare gli imprenditori che commettono abusi edilizi», tuonano Stefano Moretti (Osservatorio anti-mafia) e Riccardo Alinovi (Codici), «presenteremo un esposto alla Procura di Pescara. Al pm Gennaro Varone chiederemo di sequestrare gli atti di quella scandalosa legge. Da parte nostra non c’è alcuna preclusione per l’imprenditore vastese. Non facciamo il tifo per nessuno, chiediamo solo che le regole vengano rispettate da tutti e che nessuno abbia un trattamento di favore. Quanto ai consiglieri comunali di Vasto è bene che riflettano prima di approvare il cambio di destinazione d’uso», avvertono, «segnaleremo alla pubblica opinione tutti quelli che voteranno a favore. I loro nomi saranno scritti nero su bianco in un manifesto che verrà affisso sui muri della città», concludono Moretti e Alinovi che ventilano anche un esposto al Csm, il Consiglio superiore della magistratura.

È iniziato intanto il conto alla rovescia per il Molino Village. Risolto il problema tecnico-giuridico con il parere dell’avvocatura comunale - che ritiene il procedimento amministrativo autonomo rispetto a quello penale - resta da sciogliere il nodo politico. Nella maggioranza non c’è una posizione unanime, ma l’orientamento favorevole di alcuni partiti (Pd e Psi), mentre nettamente contrari sono Rifondazione Comunista e Sel. Ci sono poi le singole prese di posizione ed è da mettere in conto anche qualche assenza strategica.

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