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I sindacati: «Classe dirigente della Pilkington carente e insufficiente»

Duro intervento delle organizzazioni sulla ristrutturazione organizzativa

a cura della redazione
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Se qualche giorno fa Graziano Marcovecchio, presidente di Pilkington Italia, lanciava l'allarme per la prossima legge di stabilità che potrebbe riportare il livello retributivo dei contratti di solidarietà al 60%, ora i sindacati chiamano in causa direttamente la dirigenza del colosso del vetro.

Pur ribadendo la preoccupazione per il destino degli ammortizzatori sociali, Filctem-CgilFemca-Cisl e Uiltec-Uil esprimono fortissimi dubbi su come si sta affrontando il periodo di crisi e sulla 'ristrutturazione organizzativa' in corso all'interno dello stabilimento sansalvese.
«In questo momento difficile che stiamo attraversando - spiegano i sindacati - per via della crisi economica, le nostre preoccupazioni vengono maggiormente amplificate per come l’azienda sta introducendo la nuova struttura organizzativa. I nostri interlocutori ci hanno sempre detto che “il futuro dello stabilimento” passava attraverso una organizzazione di tipo anglosassone dove compiti e responsabilità erano ben chiari e trovavano riscontro nei ruoli del Group Leader, del Team Leader, del Process Improver e altro... guai a pronunciare il termine Capo Turno. Ora, sempre per “il futuro dello stabilimento”, parte di queste funzioni sono state messe in discussione. Si continua a voler andare avanti con le ristrutturazioni senza che ci sia una valutazione seria sui risultati di efficacia ed efficienza derivanti della riorganizzazione in atto nel plant Tgh».

Per le tre firme sindacali mancano inoltre trasparenza e chiarezza su quanto sta accadendo. Sotto la lente di ingrandimento ci sono soprattutto importanti commesse a rischio o già perse; in un momento come questo, è comprensibile l'importanza di assicurarsi ordinativi a dispetto dei competitor stranieri. 

«Tutti questi sconvolgimenti - continuano le organizzazioni sindacali - atti a distruggere anni di aspettative dei lavoratori, non sono altro che maldestri tentativi utili a coprire insufficienze e carenza di una classe dirigente a tutt’oggi non ancora all’altezza dei compiti loro affidati».

A preoccupare sono alcuni dati emersi dalle comunicazioni aziendali (i cosiddetti briefing). La Volkswagen avrebbe infatti chiesto un abbassamento del prezzo dei nuovi modelli di parabrezza del 4-5% annuo (per un totale del 20% circa in 5 anni); fattore, questo, che starebbe portando - secondo indiscrezioni - la dirigenza a rifiutare l'ordinativo.
È invece definitivamente saltata una consistente commessa da parte della Belron (uno dei più grandi 'ricambisti' di tutta Europa con sede centrale in Inghilterra) a causa di un mancato rispetto delle tempistiche di consegna.

«Pertanto, forti del senso di responsabilità dimostrata in questi anni - conclude la nota sindacale - (i numerosi accordi sottoscritti ne sono una testimonianza), qualora nei prossimi giorni non dovessero arrivare risposte esaustive in merito, ci riserviamo di assumere le dovute iniziative a supporto».

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