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LAVORO NEL VASTESE: E' EMERGENZA

della redazione
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Le feste stanno ormai per passare e, seppur anche in questo periodo la problematica del lavoro è stata sempre al centro dell'attenzione, da domani lo sarà ancora di più. Una questione di primissimo piano e di vitale importanza per un intero territorio. Tra Denso, a San Salvo, e Golden Lady, a Gissi, ci sono in ballo qualcosa come circa mille posti di lavoro che rischiano di scomparire. Come facile intuire si tratta di una prospettiva a dir poco infausta che aprirebbe scenari difficili e sicuramente complicati per il futuro di questo comprensorio. Capitolo Denso: torneranno ad incontrarsi venerdì 13 gennaio, alle ore 9.30 presso la sede dell'Associazione Industriali di Vasto, i rappresentanti aziendali della Denso e le sigle sindacali di categoria. In quella sede i rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori torneranno a invocare disposizioni precise e non paradossali, come quelle illustrate nelle scorse settimane: non si possono, è la critica del sindacato, annunciare nel piano industriale 500 esuberi per poi affrettarsi a richiamare 80 lavoratori interinali per garantire le forniture ai clienti. ''Siamo convinti - si è letto in una delle ultime note della Rsu - che il buon senso della proprietà porterà nell'azienda dirigenti più consapevoli''. Altro aspetto preminente la riapertura del dialogo con l'azienda: ''Chiediamo un dialogo complessivo su tutto il piano industriale e, di conseguenza, anche sulla salvaguardia dei livelli occupazionali''. A sostenere tutto questo è Mario Codagnone, della Fiom-Cgil. ''Per avviare un confronto - prosegue il sindacalista - è necessaria, però, la volontà di entrambe le parti. In questo senso, l'azienda deve ritirare il piano industriale, che per noi è inaccettabile''. Se non si troverà una soluzione concertata, già dal 20 gennaio 100 operai verranno messi in mobilità, procedendo nel contempo alla riassunzione dei lavoratori interinali il cui contratto è scaduto di recente. Capitolo Golden Lady: qui il rischio è quello della delocalizzazione dell'insediamento attualmente esistente nella zona industriale della Val Sinello con la possibile ''emorragia'' di cinquecento posti (è già scattata la cassa integrazione per centinaia di lavoratori). Anche in questo caso il sindacato chiede un più efficace confronto con l'azienda, per ridiscutere la prospettiva del sito ed intavolare un discorso a livello di diversificazione dei prodotti e di investimenti tecnologici.
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