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La crisi della politica, causa e possibili rimedi: le 'ricette' di Bertinotti e De Mita

Incontro pubblico a Vasto e confronto aperto tra vecchie e nuove generazioni

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"La politica è morta, viva la politica", questo sembra essere il motto dell'incontro di ieri organizzato in collaborazione tra la Libera Università della LUISS di Roma, il Corso di alta formazione politica degli assistenti parlamentari e il Consiglio regionale Abruzzo che ha visto tra i protagonisti gli onorevoli Fausto Bertinotti e Ciriaco De Mita, i quali hanno sottolineato l'importanza, soprattutto da parte dei giovani, di "rioccupare gli spazi della politica".


Presenti all'incontro, su iniziativa dell'Udc del Vastese e moderato dal sociologo Domenicangelo Litterio, il professor Sebastiano Maffettone, filosofo e docente alla LUISS, e don Vito, collaboratore del Vescovo ausiliare dell'Aquila. 

 

In apertura, il saluto di uno dei più giovani amministratori d'Italia, il diciannovenne vicesindaco di Casalanguida, Luca Conti; a seguire l'animato intervento di Silvio Bellano, Udc, il quale ha sottolineato l'importanza dell'impegno politico giovanile, in riferimento ai "cattivi esempi" della politica tradizionale. "Chi amministra a qualsiasi livello - ha dichiarato don Vito, leggendo la lettera inviata dal Vescovo per l'occasione - deve concepire la gestione del potere come estensione del verbo amare". A seguire, il professor Maffettone nel suo intervento ha condensato elementi di filosofia politica per dare una visione più chiara del problema: "Se dovessi rispondere alla domanda iniziale su cosa parliamo, quando parliamo di politica, direi che il senso profondo della politica è quello di tenere unite le persone, illuminando le istituzioni con una guida sensata, in nome di principi che tengano conto dei problemi reali della società". E infine gli interventi politici, con l'onorevole Bertinotti deciso a "far precipitare un po' rudemente la discussione". "La politica è morta - ha infatti dichiarato l'ex segretario di Rifondazione Comunista - ma questo non ci può impedire di pensare a una 'resurrezione' che però non può avvenire tramite un tentativo di autoriforma che abbiamo già visto fallire".


Principale 'colpa' della politica, "morta quindi per eutanasia" è stata quella di non aver saputo fronteggiare i mutamenti imposti dal capitalismo, secondo quando esposto dall'onorevole Bertinotti, che ha auspicato quindi di ricostruire il terreno della politica, prima della politica stessa. Per tale motivo,  ha concluso Bertinotti: "le energie a cui guardare con attenzione non sono quelle nel recinto della politica, ma quelle che si muovono nella società".


In conclusione l'intervento di De Mita: "Se dovessi riflettere solo con la ragione, probabilmente dovrei concludere che la stagione della democrazia in Europa si è chiusa; ma vedo i giovani già liberati dal falso ideologismo che ha caratterizzato questo periodo e pronti a costruire un futuro migliore. Certo, c'è il rischio che non ce la facciamo, ma dobbiamo avere speranza in questi giovani che non si devono aspettare soluzioni dagli altri, ma devono essere essi stessi la soluzione".

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