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'Scrittori oltre il Muro' e incontri a Vasto: tappa in carcere per Hamid Barole Abdu

La vita difficile in Eritrea e, nei libri, 'sfogo alla rabbia ed al sapore amaro della solitudine, trasformando i sentimenti in versi e poesie'

a cura della redazione
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Prima tappa, ieri a Vasto, per lo scrittore eritreo Hamid Barole Abdu, presso la Casa Circondariale di Torre Sinello, accolto dal direttore Carlo Brunetti e dal commissario degli agenti di Polizia Penitenziaria Ettore Tomassi.

 

Il progetto “Scrittori Oltre il Muro”, promosso dai Lions Club di Vasto e coordinato dalla maestra del carcere Miranda Sconosciuto e da Emanuela Petroro dell’associazione 'Liber',  ha con questo appuntamento concretizzato una opportunità di integrazione ed arricchimento di contenuti di notevole impatto, grazie soprattutto alla sensibilità dimostrata dallo scrittore verso il mondo carcerario.

 

“Gli incontri con lo scrittore vogliono favorire una maggiore integrazione e promuovere momenti di conoscenza, confronto e riflessione tra cittadini italiani e stranieri su quanto si è fatto e si dovrà fare”, ha affermato, a tal riguardo, il presidente dell’associazione “Adriatica per gli Immigrati”, Hamid Hafdi. Abdu ha trasmesso grande carica e positività nel'istituto di pena vastese. "Sono una persona 'sradicata' - ha detto - che è emigrata perché politicamente attivo nel suo paese, prigioniero e privo di libertà e democrazia; ero di pericolo per la mia intera famiglia. Mio padre, funzionario del Consolato italiano, mi aiutò ad andare via rispettando la mia libertà e mettendo a riparo l’incolumità dell’intera  famiglia. Ho vissuto momenti difficilissimi e duri in una terra straniera. Vivevo un disagio sociale e morale che mi rendeva vulnerabile ed a rischio, ma non giustificato a commettere errori. I sani insegnamenti e valori della mia famiglia mi hanno aiutato in molte scelte, ma ancor più la scrittura nella quale ho dato sfogo alla rabbia accumulata e al sapore amaro della solitudine, trasformando i sentimenti in versi di poesie. Il mondo è imperfetto, viviamo in una giungla, io ho incontrato delle persone che mi hanno fatto scoprire le mie potenzialità e adesso vivo serenamente in Italia. Mi sento un uomo del mondo”.

 

“Molto spesso nella valigia di chi parte ci sono i sogni e le delusioni", afferma l’assessore alle Politiche Sociali e Giovanili nonché vice sindaco Antonio Spadaccini, rimasto con i detenuti e  leggendo loro la poesia dello scrittore Hamid Barole Abdu “Lucciole”. Aggiunge Spadaccini: ”Occorre riflettere molto sull’accoglienza e su come comportarci. Al termine è  intervenuta la dott.ssa Amina Di Fonzo, operatrice socio-sanitaria del Ser.T di Vasto presso la struttura detentiva: “La scrittura - ha sottolineato - aiuta ad esorcizzare nell’uomo la paura della morte e di essere dimenticati lasciando, in essa e con essa, il 'senso di sé nella vita'".

 

L’ iniziativa culturale promossa sul territorio dall’Amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione 'Adriatica  per gli Immigrati' di Vasto vedrà Abdu protagonista sul territorio nell'incontro con i ragazzi della scuola media 'Rossetti', con il gruppo del Progetto Giovani al centro di aggregazione del quartiere San Paolo e oggi, alle 18, presso la Sala Vittoria Colonna di Palazzo d'Avalos.

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