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Truffa allo Stato, nei guai i rappresentanti di una società di produzione energetica

Accuse della Procura dopo le indagini della Guardia di Finanza di Vasto

a cura della redazione
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Al termine di un’articolata e complessa attività di indagine, condotta dalla Compagnia di Vasto della Guardia di Finanza locale coordinata dal capitano Luigi Mennitti, la Procura della Repubblica di Vasto ha contestato ad una società operante nel settore della produzione di energia il reato di truffa ai danni dello Stato in relazione all’erogazione di un contributo pubblico per un importo di circa 5 milioni di euro. La società in questione, con sede operativa nel comprensorio Vastese, secondo le accuse avrebbe incassato indebitamente il corposo finanziamento per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica e a vapore all’interno della zona industriale di Piana Sant'Angelo a San Salvo. Secondo le fiamme gialle il meccanismo fraudolento si sarebbe fondato su false attestazioni in base alle quali l’impianto sarebbe stato ultimato ed avviato entro i termini stabiliti dal Ministero del Tesoro. I finanzieri, sulla base di una denuncia del Ministero hanno ricostruito l’iter dei lavori, giungendo alla conclusione che l'opera era stata portata a compimento oltre il termine prefissato, con conseguente decadenza dal beneficio statale. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del legale rappresentante e del procuratore speciale della società, ritenuti entrambi responsabili dei reati di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e false attestazioni ed ha inoltre chiesto il processo a carico della società – oggi facente capo ad una holding internazionale - ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001, che prevede "un’autonoma responsabilità della persona giuridica nel caso in cui i responsabili dell’impresa non abbiano efficacemente attuato i modelli di organizzazione idonei ad evitare la commissione di reati nell’interesse della società". Strumento giuridico che la Procura vastese ha ritenuto di applicare nel caso specifico data la rilevanza della vicenda. La società rischia sanzioni pecuniarie e interdittive, oltre al recupero di 5 milioni di euro concessi come contributo.
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