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MUORE SUICIDA IL REGISTA MARIO MONICELLI: FU OSPITE, NEGLI ANNI SCORSI, AI FESTIVAL DEL CINEMA DI VASTO E SAN SALVO

Il regista, 'maestro della commedia', aveva 95 anni

a cura della redazione
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Si è ucciso lanciandosi dal quarto piano del reparto di Urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato. Tragica fine, all'età di 95 anni, del regista toscano Mario Monicelli. In ospedale era ricoverato per un tumore alla prostata. Anche suo padre Tomaso, noto scrittore e giornalista, si era tolto la vita nel 1946. Negli ultimi mesi aveva abbracciato la protesta del mondo dello spettacolo contro i tagli alla cultura, incitando i giovani a ribellarsi per un futuro migliore. E' stato uno dei padri della commedia all'italiana, assieme a Steno, Luigi Comencini e Dino Risi. Nel 2003 era stato ospite a San Salvo, all'edizione estiva de 'L'AltroCinema Film Festival', tre anni dopo all'undicesimo 'Vasto Film Festival', nel cortile di Palazzo d'Avalos. Con l'Abruzzo aveva un rapporto speciale, grazie soprattutto alla stretta amicizia con il pescarese Ennio Flaiano. L'ultimo contatto con la regione appena qualche giorno fa, il 21 novembre. Monicelli era apparso su un maxi schermo sistemato in piazza Duomo a L'Aquila, durante una manifestazione, per spingere e motivare le popolazioni colpite dal terremoto per la ricostruzione. "Siete aquilani, porca miseria! Siete abruzzesi e allora ce la dovete fare", il suo accorato appello. IL RICORDO DELL'EX ASSESSORE FRANCESCOPAOLO D'ADAMO - Quella sera Mario, che odiava essere chiamato “maestro”, mangiò di tutto. Arrivo a chiedere cosa fossero quelle bustine marroni nel piattino sul tavolo. Erano le salviette per detergere le mani dopo aver mangiato il pesce. Avrebbe mangiato anche quelle. Dopo uno scherzo telefonico fatto a Cinzia Leone, scherzo ordito da Federico Zampaglione e Claudia Gerini, cominciammo a parlare delle sue opere e mi “scappò” di chiedergli notizie su un suo vecchio film che non avevo mai visto. Reagì, come si reagisce a Roma, in maniera simpaticamente burbera, rimproverandomi del fatto che non amava parlare del passato, specie del passato remoto. Voleva parlare del futuro e di tutte le cose che aveva in mente di fare. Non vedeva barriere tra se e i suoi progetti. Ostentava una energia esplosiva. Era molto preoccupato della condizione fisica, ma non della sua, di quella degli altri. Mi salutò dicendomi: “Attento alla salute”. Devo essergli apparso “gracilino” visto che il giorno seguente, nel partire disse a chi lo accompagnava: “Salutatemi l’assessore, si riguardasse!”. Oggi ho saputo che Mario, a 95 anni, si è suicidato. Ora ho capito la lezione del … “maestro”.
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