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'LEGALITà è SVILUPPO': TEMI DI RIFLESSIONE E DISCUSSIONE 'FORTI' NEL DEBUTTO DELL'ASSOCIAZIONE 'R.A.T.I.'

Ndrangheta, partecipazione dei cittadini e meritocrazia al centro di un convegno

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"Legalità è sviluppo" il tema al centro dell'attenzione a San Salvo, presso il centro culturale 'Aldo Moro', su iniziativa dell’associazione R.A.T.I. (Rete di Abruzzesi per il Talento e l’Innovazione). Relatori di primo piano presenti, come Tano Grasso, fondatore e presidente onorario dell’associazione nazionale antiracket, Giuseppe Di Lello, già magistrato del pool antimafia di Palermo, e Vins Gallico, giovane scrittore emergente calabrese, autore del romanzo “Portami rispetto” che parla della realtà della ndrangheta. Il portavoce dell’associazione Fabrizio Lucci ha messo in risalto le finalità della stessa, in una ottica di innovazione di idee e di meritocrazia. Successivamente il moderatore del convegno Lucio Valentini, giornalista Rai, ha dato la parola al sindaco di San Salvo Gabriele Marchese, che ha ringraziato gli illustri ospiti e il folto pubblico, mettendo in evidenza le realtà dinamiche del territorio. L’intervento successivo è stato opera dello scrittore Vins Gallico, che ha illustrato la trama del libro “Portami rispetto”; in seguito lo scrittore ha parlato anche del suo desiderio di tornare a vivere in Calabria visto che ora risiede a Roma, ma delle difficoltà attuali di un possibile ritorno. Giuseppe Di Lello, noto magistrato, collaboratore di figure leggendarie del nostro Paese come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha constatato che la ndrangheta ha mutato la struttura della mafia ed ha affermato che in Italia la forbice tra i ricchi e i poveri aumenta e che esiste un serio problema sul tema della meritocrazia. Il magistrato ha posto in evidenza la questione della gestione negativa nei Fondi Fas nelle regioni del Mezzogiorno rispetto ad altre aree in Europa dove sono stati utilizzati in maniera ottimale concludendo il suo intervento dicendo che “non c’è futuro senza innovazione”. Tano Grasso, successivamente, ha parlato della possibilità di togliere dal vocabolario delle regioni colpite maggiormente dalla criminalità organizzata le parole “vittima” e “oppressione”, poiché una parte degli abitanti di queste terre condivide gli interessi e le finalità delle mafie. Un passaggio cruciale del suo intervento è stato quando ha citato il tema fondamentale della collaborazione tra cittadini, elemento letale per la ndrangheta. Il fondatore della associazione antiracket ha sottolineato come sia importante il ruolo dell’antieroismo nella società odierna. Il moderatore ha dato poi la possibilità al pubblico di intervenire e l’ex parlamentare Giovanni Di Fonzo, ideatore dell’associazione R.A.T.I., ha preso la parola esaltando il ruolo e le potenzialità delle giovani generazioni con un discorso toccante. Nel giro finale di interventi, Tano Grasso ha definito il mafioso “un agente razionale” da combattere in maniera strategica mentre Giuseppe Di Lello ha messo in rilievo l’importanza della cultura come motore propulsivo e nel finale ha citato Corrado Guzzanti sperando che “l’Italia non faccia la fine dell’Italia”. FOTOSERVIZIO a cura di ERCOLE MICHELE D'ERCOLE
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