Ma quali tagli, non ci pensa nemmeno lontanamente la maggioranza di centrodestra alla Regione Abruzzo a tagliarsi gli stipendi.
«In realtà non ci ha mai pensato - confessa un esponente del Pdl - è stata tutta una finta». Una finta: il progetto di legge messo in cantiere da Nazario Pagano è il bromuro per l’opposizione, un placebo per i cittadini, una specie di sonnifero per la coscienza dei politici. Serve per traghettare il Pdl dal giorno del suo insediamento a quello del giudizio, cioè agli sgoccioli della legislatura perché sarà a quel punto e solo a quel punto, cioè quando mancheranno soltanto tre mesi alla scadenza del mandato, che la Giunta Chiodi si deciderà ad approvare la leggina tanto decantata da Pagano. Un progetto di legge che serve solo a fare propaganda e ad assicurarsi il consenso elettorale per la rielezione. Ma adesso forse ci penserà Calderoli ad azionare le forbici sulle indennità dei politici, il ministro leghista ha già annunciato un taglio del 5 per cento sugli stipendi di parlamentari e giù fino ai consiglieri regionali per contrastare la crisi dell’eurozona, tanto per cominciare. Ma di fronte a tanto allarme, la scorsa settimana la Commissione Bilancio presieduta dal finiano Emilio Nasuti ha bocciato la proposta di riduzione delle indennità presentata da Italia dei Valori (sì solo di Idv e Rifondazione, il Pd si è astenuto), con la scusa che tanto c’è un progetto di legge della maggioranza (quello di Pagano) che prima o poi verrà esaminato.
«Più poi che prima - spiega il sempre anonimo esponente pidiellino - il fatto è che la riduzione degli stipendi non la vuole né la maggioranza né una parte consistente dell’opposizione», perché rinunciare ai propri privilegi è davvero difficile. Licenziato dalla commissione tecnica nominata da Pagano, il progetto di legge è pronto per essere esaminato da agosto dello scorso anno e non è stato ancora mai formalizzato, neppure si è affacciato in commissione. I consiglieri regionali, da Chiodi a Pagano, hanno evidentemente placato la propria coscienza con l’assegno da cinquemila euro girato alla Fondazione ”Abruzzo risorge” per i terremotati dell’Aquila. La generosità, insomma, ha un limite.
Ma non finisce qui. Evidentemente non paghi dello stato di crisi in cui versa l’Abruzzo intero, gli assessori regionali hanno pensato bene di rinnovare il parco auto. Sostituendo le vecchie macchine con nuove fiammanti Audi A6. E si deve essere ispirato a Crozza il consigliere dipietrista Cecè D’Alessandro quando ha firmato la denuncia sulle auto blu. Imitando Brunetta, Crozza ironizza così: «Io tolgo le auto blu e mi compro quelle argento!». Quello che è successo in Abruzzo. «I cittadini abruzzesi subito penseranno che Chiodi e la sua Giunta, raccogliendo l’invito di Gasparri e Calderoli, prevedendo anzitempo la crisi finanziaria dell’eurozona, finalmente cominceranno a viaggiare sulle proprie autovetture. Ecco, dunque, un fulgido esempio dalla tanto vituperata casta! - denuncia D’Alessandro - Andando a verificare bene, i cittadini si accorgeranno che Chiodi ed i suoi boys hanno abolito soltanto il colore blu, perché si sono regalati nuovissime e fiammanti Audi A6 di colore grigio metallizzato, magari per passare inosservati agli occhi dei disoccupati abruzzesi. Ma i cittadini? Ognuno potrà risolvere in proprio i problemi del trasporto - a dispetto delle disfunzioni dell’Arpa, della Gtm e della Sangritana - attaccandosi al classico tram!».