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NOMINE PER IL CDA DELLA PULCHRA: TENSIONI ALL'INTERNO DELLA MAGGIORANZA DI CENTROSINISTRA

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Ricatti, polemiche e minacce di uscire dalla maggioranza. Si gioca sulle nomine alla Pulchra, la società mista pubblico-privata che si occupa del servizio di igiene urbana, la tenuta della coalizione di centrosinistra rimasta orfana nel giro di quattro anni di cinque consiglieri, passati all’opposizione. Ora la tenuta dell’amministrazione del sindaco Luciano Lapenna (Pd) è condizionata dal rinnovo del Cda della Pulchra, in cui figurano Enrico Tilli e Ezio Di Santo, rispettivamente presidente e consigliere, in quota Pd. Una partita in cui molti vogliono avere voce in capitolo, facendo leva sul fatto che la maggioranza, dopo le ultime defezioni, si regge con i voti di due consiglieri e del primo cittadino. Nei giorni scorsi era stato Riccardo Alinovi (Udeur) a chiedere che a Tilli non venisse rinnovato l’incarico, provocando con il suo intervento la reazione di un consigliere del centrosinistra, Giuseppe Napolitano, il quale ha minacciato di far mancare il sostegno alla maggioranza «se Lapenna si lascerà ricattare». «Napolitano difende il posto di Tilli che è suo cognato», replica Alinovi, «il che la dice lunga sugli interessi in gioco. Io ritengo che la presidenza della Pulchra debba essere affidata a persone competenti e preparate, come, ad esempio, l’avvocato Massimo Sgrignuoli, presidente del Civeta». In tutta questa storia ha qualcosa da aggiungere anche il commissario cittadino dell’Idv. «Come partito abbiamo solo chiesto di partecipare alle scelte e finora non siamo stati consultati né dal sindaco, né dal Partito democratico», precisa Alfredo Bontempo, «mi sembra invece che sia proprio Napolitano a voler condizionare le decisioni del sindaco sulle nomine alla Pulchra, minacciando di far venire meno il suo sostegno. L’Idv non chiede poltrone, vuole discutere e decidere sulla vita amministrativa fino al termine del mandato». Anche la Lega nord ha qualcosa da dire. «Invitiamo Alinovi a non votare il bilancio e a far cadere l’amministrazione se il sindaco dovesse nominare nuovamente Tilli alla presidenza della società», dice Stefano Moretti, che parla di «gravi motivi di incompatibilità».
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