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BENEDETTO DA MONSIGNOR EDOARDO MENICHELLI IL NUOVO TABERNACOLO NELLA CHIESA DI SAN MARCO

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E' stata una cerimonia intensamente vissuta sul piano della fede quella che si è celebrata domenica 3 gennaio, presso la chiesa parrocchiale di San Marco. Monsignor Edoardo Menichelli, vescovo di Ancona-Osimo e già arcivescovo di Chieti-Vasto, ha benedetto il nuovo tabernacolo, dono di offerte in oro e in denaro dei parrocchiani, realizzato in oro e argento dai fratelli Savi di Roma, in via del Farinone, riproducente la celebre icona, che è opera del monaco russo Andrés Rublev, vissuto dal 1370 al 1430, e che raffigura, seduti a mensa, con i loro sguardi accoglienti i tre personaggi, raccontati nel capitolo 18 della Genesi, che accettano l’invito di Abramo, padre del popolo ebreo, nel Querceto di Mamre. Prima dell’inizio della celebrazione eucaristica ha preso la parola il parroco don Gino Smargiassi che, rivolto a Menichelli con il termine confidenziale di “Don Edo”, ha detto: “E’ per noi, oggi, motivo di profonda gioia averLa con noi e ringraziarLa perché, pur gravato da tanti servizi del suo ministero episcopale, quali, in particolare, la visita pastorale nelle comunità della sua arcidiocesi di Ancona-Osimo e la preparazione dell’imminente Congresso Eucaristico Nazionale ad Ancona, ci ha fatto dono della Sua presenza. Noi – ha continuato don Gino – La ricordiamo per il bene che ha fatto alle nostre comunità, per la sua partecipazione viva alla loro vita, per la chiarezza, l’incisività coinvolgente della sua calda parola, per il suo affetto, per la sua gentilezza, affabilità e semplicità. Abbiamo già voluto dirLe la nostra riconoscenza nella lapide commemorativa collocata in fondo all’ingresso della chiesa”. Don Gino ha concluso richiamando il significato dell’icona del Rublev per la comunità cristiana di oggi: “E’ l’invito che ci vien fatto dalla Santissima Trinità di partecipare al banchetto eucaristico, sedendoci a mensa insieme alle tre Persone Divine nel posto, di fronte a loro, lasciato libero per noi. Nella visione della nostra partecipazione, un giorno, al banchetto delle nozze eterne nel cielo”. Incisiva l’omelia di monsignor Menichelli che ha innanzitutto ringraziato la comunità parrocchiale per l’invito e, in particolare, don Gino per quanto ha fatto e continua ad operare. Ha poi sottolineato quanto la “nostra città” sia rimasta nel suo cuore di padre e pastore (“C’è molta nostalgia in me!”), per entrare, infine, nel discorso propriamente spirituale sul tema dell’Eucaristia, centro della comunità cristiana. “L’Eucaristia – ha ripetuto più volte ai tanti fedeli presenti – sia il centro della vostra vita. Se volete custodire una fede limpida, partecipate sempre con gioia interiore alla Santa Messa domenicale”. Rivolto ai ragazzi – ma il messaggio era indirizzato anche ai grandi - “don Edo” ha voluto lasciare ad essi due memorie vive della Festa del Natale: la dignità delle persone (“Ogni uomo e ogni donna sono tabernacolo di Dio”) e la fraternità tra gli uomini (“Non adoperiamo più la parola extracomunitario!”). Ha concluso con un pensiero ai politici: “Anche nei Consigli comunali amatevi!”.
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